Firenze

La Certosa del Galluzzo affidata alla Comunità di San Leolino

Alla firma erano presenti Valerio Tesi per la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Firenze e per le province di Pistoia e Prato; don Carmelo Mezzasalma, in rappresentanza della Comunità di San Leolino a cui l’arcidiocesi, tramite convenzione, ha affidato la cura della Certosa;  don Alberto Coratti in rappresentanza della comunità cistercense che lascia il monastero.

L’affidamento del bene avviene dopo un lungo e assiduo lavoro di concertazione tra istituzioni civili e religiose. L’arcidiocesi di Firenze, preso atto del venir meno della presenza della comunità cistercense, ha deciso di garantire la continuità della funzione e dell’eredità spirituale e culturale della Certosa chiedendone la disponibilità all’Agenzia del demanio, che ne è proprietario, il quale gliel’ha conferita in concessione. A sua volta l’arcidiocesi ha chiesto alla Comunità di San Leolino di assumerne la cura. La concessione (diciannove anni rinnovabili) prevede la gestione, l’ulteriore valorizzazione e fruibilità dei vari ambienti della Certosa mentre alcuni spazi rimarranno di competenza del Demanio e della Soprintendenza.

In particolare, il Centro di restauro dei beni archeologici della Toscana sarà ospitato in alcuni spazi della Certosa generando un risparmio per lo Stato per 160mila euro di affitti passivi. “Particolare attenzione – ha dichiarato il card. Betori – sarà posta alla vita liturgica della Certosa, ma il monastero, grazie ad una serie di iniziative diventerà anche un significativo centro di riferimento culturale per la città, inoltre le visite guidate consentiranno a tutti di continuare ad apprezzarne la bellezza architettonica e il patrimonio artistico”.