Arezzo - Cortona - Sansepolcro

La Casa di Piero: perché non farle raccontare il genio?

Ammonta a più di mezzo miliardo delle vecchie lire, per la precisione 281.471,86 euro il totale dei finanziamenti indirizzati dal comune di Sansepolcro tra il 2002 e il 2007 alla Fondazione Piero della Francesca. Una somma considerevole per un’istituzione nata con l’intento di dare lustro al figlio più nobile della Valtiberina, facendolo conoscere e valorizzando la sua figura e le sue opere in tutto il mondo attraverso studi e convegni.Ma è stata spesa bene questa somma? Cerchiamo di dare delle risposte a questo quesito. Fondato il 7 maggio 1990 per iniziativa del comune di Sansepolcro, il sodalizio è finanziato anche da provincia e comune di Arezzo, comune di Monterchi, Comunità montana Valtiberina Toscana e inizialmente anche da Regione Toscana e BancaEtruria, che si ritireranno rispettivamente del 1998 e nel 2004. Nello statuto si prevede «la promozione di studi e ricerche sull’opera di Piero della Francesca sviluppando attorno ad essa un’attività di ricerca, documentazione, tutela e promozione culturale». Fra gli eventi più importanti organizzati dalla Fondazione troviamo i due grandi cinquecentenari per ricordare la morte di Piero della Francesca e la pubblicazione «Summa de arithmetica geometria proportioni et proportionalita» di Luca Pacioli, organizzati entrambi nel 1994. Poi un lento declino per una fondazione che non ha saputo raccogliere i frutti di queste importanti iniziative.Passano gli anni e la situazione non migliora. Il 2007 è l’anno della grande mostra «Piero della Francesca e le corti italiane» che coinvolge Arezzo, Sansepolcro e Monterchi. Un vero evento da cui trarrà beneficio tutto il territorio ma in cui la Fondazione ha avuto bassa visibilità. Sintomo evidente di tutto ciò il fatto che durante il grande evento pierfrancescano la casa natale del «maestro della prospettiva», da tempo sede proprio della Fondazione, rimane chiusa al pubblico. Una situazione paradossale che evidenzia una crisi iniziata con le dimissioni del presidente Antonio Paolucci, seguite anche dall’uscita di BancaEtruria dall’assemblea dei soci. Ancora oggi la Fondazione sembra aver perso la sua spinta propulsiva. Poche le iniziative, poco pubblicizzate. Restano così ancora i dubbi su questa istituzione. Le cose da fare non mancherebbero: una su tutte la riapertura della casa di Piero della Francesca. I suoi spazi interni, in cui viene organizzata la Biennale di arte orafa, potrebbero essere utilizzati per allestire un percorso che riassuma la vita del celebre pittore, o anche esposizioni di arte contemporanea, incontri e dibattiti. Come diceva un celebre comico, «basta poco che ce vò».