Arezzo - Cortona - Sansepolcro
La Caritas lancia l’allarme sulle dipendenze da gioco al via una campagna di sensibilizzazione in 15 comuni
«Presso il nostro Centro di Ascolto spiega suor Rosalba Sacchi, direttrice della Caritas diocesana di Arezzo-Cortona-Sansepolcro riscontriamo sempre più spesso problemi di indebitamento determinato dai giochi d’azzardo, con un crescente aggravio delle situazione familiare e sociale. Troppo spesso, la dipendenza da gioco non è riconosciuta poiché si crede di essere di fronte a un semplice vizio. In realtà il gioco provoca in alcune persone degli effetti devastanti sia a livello psicologico-comportamentale, che familiare-relazionale e infine, economico-sociale. Inoltre, è ormai scientificamente provato che il gioco patologico comporta un incremento dell’uso di sostanze stupefacenti».
Nella provincia di Arezzo si stima che i giocatori patologici siano compresi tra i 3 e i 9mila. Per questo fin dal 2005 la Caritas di Arezzo-Cortona-Sansepolcro ha aderito al gruppo interistituzionale sul gioco d’azzardo e nuove dipendenze (Gand) che ha sede presso il Sert di Arezzo e al quale aderiscono numerosi enti pubblici e privati del territorio. È anche da questo lungo percorso fianco a fianco con le strutture pubbliche, che nasce la campagna di sensibilizzazione, con lo scopo di puntare l’attenzione su un fenomeno così diffuso, quanto sottovalutato.
«Vediamo che la liberalizzazione e l’autorizzazione crescente di nuovi giochi continua Andrea Dalla Verde, vicedirettore della Caritas diocesana sta producendo pericolose dinamiche sociali che portano le famiglie a un crescente indebitamento. Non è un caso infatti che si senta parlare sempre più spesso di usura e strozzinaggio. In un periodo di crisi economica come quello attuale inoltre, è davvero preoccupante il martellamento mediatico che fomenta il miraggio della vincita facile, che rischia di creare dipendenze a soggetti di tutte le età e di tutti i ceti sociali. Un fenomeno che deve interrogarci tutti anche sul piano culturale ed educativo, e per i credenti, anche sul rapporto tra fede e gioco».