Viene completato in questi giorni il lungo e meticoloso lavoro di restauro sull’imponente croce attribuita a Segna di Bonaventura datata 1319 e custodita all’interno della Badia delle Sante Flora e Lucilla di Arezzo. La presentazione ufficiale del restauro e la restituzione al culto della croce avverrà domenica 26 marzo alle ore 11.15 quando saranno anche presentati in Badia i restauri della cappella affrescata da Bernardino Santini nel XVII secolo con le storie della vita di San Benedetto e Santa Scolastica, che contiene una tela con soggetto analogo – forse di Giuseppe Santini – all’interno di una preziosa cornice dorata in legno e papier maché. Il restauro è stato eseguito da Daniela Galoppi e Laura Ugolini di Arezzo, che avevano già realizzato quello della croce dipinta del Cimabue nella basilica di San Domenico, ed è stato diretto dai tecnici della Soprintendenza (Paola Refice, con Fedele Fusco e il personale dei laboratori di restauro).La croce della Badia è una delle più grandi croci dipinte esistenti. Al momento dello smontaggio, era collocata al di sopra della porta della sagrestia dove si trovava dalla seconda metà dell’Ottocento quando nel presbiterio della chiesa fu montato l’altare vasariano, proveniente dalla Pieve di Arezzo. La croce, all’avvio dei lavori di restauro, era ricoperta da uno strato di sporco: la pulitura ha messo in evidenza una sorprendente, elevatissima qualità pittorica, alla luce della quale, andrà approfondito il discorso sull’attribuzione. Quest’ultima si deve a Mario Salmi ed è legata ad un atto rogato in Badia nel 1319 nel quale Segna di Bonaventura risulta in qualità di testimone. Segna di Bonaventura è il principale esponente della bottega di Duccio di Boninsegna, del quale è parente. Il fatto che fosse presente ad Arezzo – e in Badia – nel 1319 non prova che sia l’unico autore della croce che certo non fu costruita, preparata e dipinta in pochi giorni, e per la quale va comunque presa in considerazione una partecipazione di altri esponenti della bottega di Duccio.