Pisa

L ‘agricoltura pisana si ferma per la «Giornata del ringraziamento»

di Andrea Bernardini

L ‘agricoltura pisana si ferma per la «Giornata del ringraziamento». Domenica 6 dicembre, a Peccioli, i coldiretti ringrazieranno Dio dei doni concessi nell’annata appena trascorsa, e per quelli che potrà concedere nel prossimo futuro. Ritrovo dei mezzi agricoli nel piazzale della chiesa di San Verano (ore 10), dove poco dopo il vescovo emerito di Volterra monsignor Vasco Giuseppe Bertelli presiederà una concelebrazione eucaristica, cui parteciperà anche il parroco don Carlo Gronchi. A fine celebrazione, benedizione dei prodotti della terra e dei mezzi agricoli e sfilata dei trattori nel centro cittadino. Alla giornata parteciperanno, insieme ai vertici di Coldiretti e ai tanti agricoltori pisani, i rappresentanti delle istituzioni civili e militari.La «giornata del ringraziamento» sarà anche l’occasione per acquistare il mini-cestino di «Campagna Amica» con i prodotti tipici del territorio. L’incasso sarà devoluto alla Fondazione Telethon. «Il lavoro agricolo – spiega Fabrizio Filippi, presidente provinciale Coldiretti riprendendo il messaggio della Commissione Episcopale – consente all’uomo di realizzare un rapporto diretto e assiduo con la terra: fedele al progetto originario di Dio, egli offre alla terra le sue cure e la terra gli offre i suoi frutti. È una reciprocità nella quale si rivela e si compie un disegno finalizzato alla vita, all’essere e al benessere (bene-esse) dell’umanità, allo sviluppo di tutti e di ciascuno. Ecco perché risulta oltremodo urgente riconoscere la centralità del lavoro agricolo: per recuperare quel processo virtuoso che ridona la dignità di persona al lavoratore della terra nella stessa misura che ai lavoratori dell’industria e dei servizi». Un mercato in crisiGli agricoltori rendono grazie a Dio per i doni della terra. Ma, di certo, sono anche preoccupati per il futuro delle loro aziende. La crisi economica e dei mercati si fa sentire, eccome. Il prezzo dei cereali riconosciuto ai produttori è sceso sensibilmente: nel marzo del 2008 ogni kg «rendeva» al produttore 45 centesimi, oggi ne rende appena 18. Non così alla distribuzione, dove invece il prezzo «pagato» dal consumatore è rimasto più o meno invariato, intorno a 1,4 euro al chilo. «Insomma, una beffa per l’impresa e per il consumatore finale» commenta il direttore di Coldiretti Roberto Franchini. Non tutte le aziende hanno deciso, quest’anno, di investire tempo e denaro in una nuova semina. «Abbiamo ricevuto il 30% in meno di richiesta di concime – commenta Michele Conti, direttore del Consorzio agrario provinciale di Pisa -. Nonostante che il suo prezzo sia in caduta libera: costava 100 euro al quintale nel 2008, costa intorno ai 30 euro quest’anno. Le imprese preferiscono recuperare in primavera con gli azotati. E risparmiare prima. A risentirne, però, è la qualità del prodotto». Tracciabilità dei prodotti A pesare sulla crisi dell’agricoltura è anche il falso made in Italy. Spiega RobertoFranchini: «L’Italia è la terra delle eccellenze agroalimentari. Un valore aggiunto che però, sfruttano altri Paesi: sì, perché per un prodotto su due non è previsto l’obbligo di inserire in etichetta l’origine della materia. Coldiretti non pretende che si blocchino le importazioni, anche perché l’Italia per alimentarsi ha bisogno di alcune materie prime provenienti dall’estero. Desidera, però, che tutto ciò che entra dall’estero sia tracciato e marchiato come straniero e dopo la sua eventuale trasformazione il prodotto finito riporti in etichetta che è stato realizzato con materia prima straniera». Una filiera tutta italianaQualcosa non va nel meccanismo della filiera se i prezzi al consumo aumentano e quelli all’origine scendono in continuazione. E il motivo è evidente: «chi sta nel mezzo fra l’agricoltore ed il consumatore fa speculazione» dice Roberto Franchini. Per superare questo squilibrio, Coldiretti, ormai da tempo, ha lanciato i farmer’s market: agriturismi, ristoranti, cooperative, consorzi e mercati degli agricoltori dov’è possibile e facile trovare il prodotto agricolo italiano, senza che il consumatore rischi di restare intrappolato in qualche trucco. E dove il prezzo del prodotto agroalimentare – che è passato molto meno di mano in mano – è decisamente conveniente. Il primo farmer’s market nel nostro territorio è sorto all’interno della sede del Consorzio agrario (in via Aurelia nord 4), ed è aperto ai consumatori ogni sabato mattina: olio, vino, confetture miste, salumi, dolci tradizionali, latte fresco, miele e molti altri prodotti agricoli locali di qualità, «tracciati» e garantiti dal punto di vista sanitario, si possono acquistare risparmiando fino al 30%. Un mercato dei prodotti di «Campagna amica» è stato inaugurato di recente anche a Pontedera, nei pressi della stazione ferroviaria, altri ancora nasceranno a Volterra