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KENIA, RINVIATA MANIFESTAZIONE CONTRO ESITO ELEZIONI, APPELLI PER RICONTEGGIO VOTI

È stata rinviata al 3 gennaio prossimo la manifestazione che si sarebbe dovuta tenere oggi pomeriggio a Nairobi per volontà dell’opposizione guidata da Raila Odinga, il candidato del movimento “Arancio” uscito sconfitto dalle elezioni presidenziali con uno scarto di oltre 200.000 voti. Parlando ai giornalisti insieme ai 100 parlamentari del suo partito eletti col voto del 27 dicembre scorso, Odinga ha definito “colpo di stato civile” la riconferma del presidente Mwai Kibaki e ha chiesto ai keniani di scendere in strada giovedì per portare almeno un milione di persone in piazza a Nairobi e altre centinaia di migliaia in tutto il paese. Dopo aver ribadito di non riconoscere Kibaki come presidente eletto, Odinga ha lanciato un appello alla calma, sottolineando che violenze e atti criminali non aiutano il paese. Gruppi della società civile, esponenti religiosi, musulmani, cattolici e protestanti, hanno invitato tutti alla calma, chiedendo al mondo politico di abbassare i toni e di avviare un riconteggio dei circa 200.000 voti di scarto tra i due principali candidati. Molti anche gli inviti a un dialogo diretto tra il presidente Kibaki e lo sfidante Odinga (suo ex-ministro).

“Ci sono intere famiglie che si stanno dirigendo a piedi verso le aree rurali, cercando di allontanarsi dalla città prima che cali la notte, nel timore che le loro case vengano attaccate o date alle fiamme. Uomini, ma soprattutto donne e bambini stanno cercando riparo nelle campagne e nei poderi”. La voce di padre Michael Njagi, missionario della Consolata contattato dalla MISNA a Likoni, alla periferia di Mombasa, è quasi coperta dalle voci della gente che si è riversata per le strade nelle ultime ore, chiedendo asilo alle chiese e negli ospedali. “Per questa notte ospiteremo alcuni di loro qui nel centro, davanti alla Chiesa della missione c’è un ampio cortile – dice il religioso – dove potranno restare almeno fino a quando la situazione non sarà più calma”. Quasi tutti gli sfollati sono di etnia Kikuyu, quella a cui appartiene il presidente Mwai Kibaki, insediatosi ieri per un secondo mandato dopo aver vinto le elezioni del 27 dicembre, costretti alla fuga da bande di giovani Luo, l’etnia del candidato di opposizione Raila Odinga, uscito sconfitto dalle urne. La pericolosa etnicizzazione del voto emersa in campagna elettorale, quando numerosi candidati hanno rispolverato la carta etnica per catalizzare il consenso, in queste ore sta provocando i danni temuti. Lo scenario descritto dal responsabile del centro di accoglienza di Likoni, infatti, non sembra essere isolato e anche da Kisumu, cittadina dell’ovest del paese la MISNA ha raccolto testimonianze simili: “Decine e decine di persone bussano alla nostra porta in cerca di accoglienza – ha raccontato padre Joseph Otieno – sono tutti di etnia kikuyu e molto spaventati dalle violenze e gli scontri a fuoco che si stanno verificando negli ‘slums’, le zone più degradate e a maggiore mescolanza etnica del paese”. Intanto la televisione di stato keniana ha annunciato che i morti, dal momento della proclamazione di Mwai Kibaki alla presidenza, ieri nel pomeriggio, sarebbero 130, con le ultime sei vittime proprio a Mombasa, città costiera nel sud del paese. Un bilancio non immediatamente verificabile con fonti indipendenti.

Fonte: Misna