Toscana

KENIA, MATTINATA TRANQUILLA; IN PRIMO PIANO L’EMERGENZA UMANITARIA

“Anche oggi la città è relativamente calma, la vita sta lentamente tornando alla normalità : lo si vede dai negozi aperti e dal traffico nelle vie di Nairobi, dove hanno ripreso a circolare macchine, ‘matatu’ – i furgoncini di trasporto pubblico – e camion, che non si vedevano da giorni. Questa mattina, ho addirittura celebrato un matrimonio” riferisce alla MISNA Padre Gigi Anataloni, missionario saveriano contattato nella zona delle ‘Westlands’ della capitale, segnata da una settimana di tensioni e scontri scoppiati dopo la pubblicazione dei risultati delle elezioni presidenziali del 27 dicembre scorso. Anche nel resto del paese sembra migliorare la sicurezza: a Kisumu, una delle città dell’ovest più colpita dalla violenza, è stato rimosso il coprifuoco diurno imposto lunedì scorso tra le 06.00 e le 18.00; la calma sembrerebbe anche tornata a Eldoret e Kericho, secondo il quotidiano ‘The Nation’. “Eravamo abituati a un Kenya diverso, il paese stava lentamente facendo progressi. In soli pochi giorni, il quadro si è trasformato. Mi chiedo quanto tempo ci vorrà per rivedere il Kenya di prima” scrive in una corrispondenza alla MISNA un missionario da Eldoret, nell’ovest del paese.

“Per fortuna non abbiamo registrato scontri da ieri, ma migliaia di abitanti sono sfollati e temono ancora di tornare nelle proprie abitazioni. Qui, nel territorio della diocesi – ha aggiunto il vescovo – diamo accoglienza a circa 2000 famiglie; hanno cominciato a ricevere aiuti alimentari distribuiti da agenzie umanitarie, ma non bastano e i bisogni sono ancora tanti”: lo dice oggi alla MISNA monsignor Cornelius Kipng’eno Arap Korir, vescovo di Eldoret, 250 chilometri a nord-ovest di Nairobi, una delle città più colpite dalle violenze post-elettorali. E’ l’emergenza umanitaria, che riguarda in tutto il paese almeno 250.000 persone, il dato che sta acquistando maggior consistenza mentre, in parte coperte da ovvia discrezione, si moltiplicano le iniziative per giungere a uno sbocco rapido e costruttivo delle recenti tragiche giornate in cui il ruolo dei mezzi d’informazione e di istituzioni non-africani non è apparso sempre di aiuto alla pace. Un “governo di unità nazionale”, nuova formulazione di una possibilità d’intesa già indicata soprattutto dalla mediazione dell’arcivescovo Tutu, “non solo unirebbe tutti i keniani, ma aiuterebbe a cicatrizzare le ferite e a portare avanti il processo di riconciliazione” dice un comunicato emesso oggi dall’ufficio della presidenza. “Speriamo che continuino gli sforzi nella direzione del dialogo per risolvere questa crisi politica, che ha trascinato dietro di sé una grave situazione umanitaria” hanno detto oggi alla MISNA da Kisumu, località sulle sponde del Lago Victoria a circa 80 chilometri a sud-ovest da Eldoret, fonti della MISNA che confermano la rimozione del coprifuoco diurno. “La situazione sembra migliorare, stanno pulendo le zone degli scontri e rimuovendo i blocchi stradali che impedivano il collegamento con Nairobi, da dove provengono molti generi di prima necessità. Forse per lunedì saremo tornati a qualcosa che si avvicina alla normalità’” auspica una fonte missionaria che ribadisce però una preoccupazione: “Rimane preoccupante il problema umanitario: manca cibo e i prezzi dei pochi beni rimasti sono saliti alle stelle, ma soprattutto manca acqua potabile per la popolazione, che in parte è dovuta fuggire dalle proprie abitazioni per cercare riparo presso posti di polizia o strutture religiose”.

Misna