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KENIA, CONTESTATO ESITO ELEZIONI, VIOLENZE IN VARIE CITTÀ, COPRIFUOCO A KISUMU

Raila Odinga, capo del movimento d’opposizione “Arancio” – che secondo i risultati annunciati ieri è stato sconfitto dal presidente Mwai Kibaki riconfermato con uno scarto di oltre 200.000 voti – ha invitato i keniani a contestare il risultato con una manifestazione che dovrebbe svolgersi oggi pomeriggio allo Huuru Park nel centro di Nairobi. Intanto si stanno estendendo a macchia d’olio in varie città del Kenya le violente manifestazioni dei sostenitori dell’opposizione, che contestano i risultati delle elezioni, e i conseguenti scontri con le forze di sicurezza e che finora (secondo un ultimo bilancio fornito dalla televisione nazionale e basato più su stime che su un vero conteggio) avrebbero provocato la morte di oltre 140 persone. Secondo fonti della MISNA interpellate in varie zone del paese, tensioni e violenze sono in corso a Kisumu, dove le autorità stamattina hanno imposto un coprifuoco, ma anche a Kitale, Nakuru, Eldoret, Likoni, Mikindani (tutti centri nell’ovest del paese) e Mombasa, principale città costiera del Kenia. “La situazione a Kisumu è preoccupante – ha detto padre Joseph Otieno, missionario della Consolata residente alla periferia della cittadina, feudo dell’etnia Luo, a cui appartiene il leader dell’opposizione Raila Odinga – la gente non può entrare né uscire se non a piedi o in bicicletta perché le strade sono sbarrate da assembramenti di uomini armati che danno la caccia ai Kikuyu, (etnia alla quale appartiene anche il presidente Mwai Kibaki, ndr)”. Testimoni oculari parlano inoltre di una quarantina di morti, corpi senza vita abbandonati nelle strade, con evidenti ferite da proiettile alla testa. “Una situazione molto tesa – aggiunge il missionario – accompagnata da saccheggi e atti di vandalismo che colpiscono soprattutto i chioschi, piccoli supermercati, perlopiù appartenenti a cittadini Kikuyu”. Scene analoghe di “caccia al kikuyu” – influente e potente gruppo etnico keniano, al quale appartiene il 22% della popolazione – si starebbero verificando anche in molte altre zone del paese ( Kuresoi, Molo, Kakamega, Busia, Kisumu, Ahero, Migori, Kericho, Kitale, Lugari and Homabay), inclusa Mombasa e alcuni centri abitati della sua provincia, dove secondo fonti della MISNA centinaia di kikuyu starebbero cercando rifugio nelle Chiese. “A Mombasa da ieri ci sono gruppi di manifestanti che bruciano copertoni e sfilano per le strade principali” dice una fonte della MISNA contatta in città, precisando tuttavia che “le violenze per ora sono confinate alle zone periferiche e agli ‘slums’”. La stessa fonte riferisce inoltre che le violenze avrebbero provocato “numerose vittime”, ma non è in grado di fornire un bilancio preciso. Ieri, subito dopo il giuramento per un nuovo mandato, il presidente Kibaki aveva invitato la popolazione alla calma e alla riconciliazione. 

Fonte: Misna