Opinioni & Commenti
Johannesburg, poche idee e tanta ideologia
Calcolata l’assenza di Bush, per non far da bersaglio all’ideologia antiamericana a tutti i costi, calcolati gli interventi dei capi di Stato europei, incentrati soprattutto su ovvietà e buone intenzioni, calcolate però anche le presenze di Castro ed Arafat. Difficile, con queste modalità, sfuggire all’ideologia: proporre la liberalizzazione dei mercati, come ha fatto Blair, quando siamo proprio noi occidentali a fare i protezionisti; chiedere che nei paesi poveri vengano sostituite le colture per l’esportazione con quelle direttamente capaci di sfamare la popolazione locale, come fanno i no-global, quando così non si supererà mai il livello di sussistenza; sostenere che è l’Aids a frenare lo sviluppo e che bisogna distribuire preservativi agli africani, quando è piuttosto il sottosviluppo che crea una maggiore vulnerabilità sul piano della salute; sostenere che lo sviluppo tecnologico di tipo occidentale non è estendibile anche agli altri perché consuma troppa energia, quando esistono dati precisi sulla possibilità di risparmiare energia senza ridurre le prestazioni tecnologiche.
Le vie per rivitalizzare i vertici di questo tipo ci sarebbero. Una strada è di tipo culturale: far parlare i fatti e non le ideologie, far emergere con realismo i problemi soprattutto mediante gli esperti e non i politici.
Una seconda strada è di tipo operativo: concentrare il Programma d’Azione su pochi progetti mirati e istituire strumentazioni di verifica. Una terza strada è di tipo politico: impegnare gli Stati che vi partecipano non a staccare assegni proclamando roboanti cifre che essi destineranno a questo o a quello, ma a partecipare a progetti bilaterali o multilaterali mirati ad una precisa area geografica e a precisi problemi. Una quarta strada è di tipo organizzativo: sottoporre i vertici a cura dimagrante, trasformarli da passerella a incontro impegnato di esperti e fonte di chiare decisioni politiche.
I servizi precedenti:
Johannesburg, accordo sul piano d’azione
Ambiente, accordo al ribasso sull’energia
Johannesburg, obiettivi ancora lontani
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