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Johannesburg, obiettivi ancora lontani

“L’obiettivo principale del Vertice non è quello di approvare nuove convenzioni internazionali in materia di ambiente e sviluppo ma di ricercare un consenso globale e convergente sulle modalità per dare un impulso maggiore agli obiettivi raggiunti alla conferenza di Rio de Janeiro nel 1992 e che in questi 10 anni non sono stati conseguiti se non in minima parte”. A fare il punto dei lavori del Vertice sullo sviluppo sostenibile in corso a Johannesburg è Matteo Mascia, esperto di ambiente e sviluppo della Fondazione Lanza di Padova.

Raggiunto telefonicamente dal Sir nella capitale sudafricana, Mascia ricorda che “a conclusione del Vertice è prevista l’approvazione di due documenti: la Dichiarazione di Johannesburg, un documento politico con cui i capi di Stato e di Governo si impegnano in modo chiaro e univoco a lavorare in favore dello sviluppo sostenibile e un ‘Plan implementation’ (piano di implementazione) che delinea gli obiettivi, le azioni e i tempi di attuazione delle politiche per la sostenibilità in alcuni ambiti tra cui lo sradicamento della povertà, l’acqua pulita, le energie rinnovabili, l’agricoltura e l’accesso ai servizi sanitari”.

Nonostante ciò, lamenta Mascia, “del primo documento, la Dichiarazione di Johannesburg, non si è ancora iniziato a parlare mentre l’accordo sul piano di implementazione non è ancora stato raggiunto”. “Vi sono – spiega ancora l’esperto – almeno quattro aree oggetto di discussione e di divisione fra i paesi dell’Ue, il Gruppo dei 77 (123 Stati del Sud del mondo), Usa, Giappone, Canada e Australia. Tra i nodi su cui manca ancora il consenso – aggiunge – ci sono la questione del commercio internazionale e le risorse economiche aggiuntive in materia di aiuti allo sviluppo”.

Secondo Mascia “vi è un ulteriore punto di contrasto che riguarda il capitolo della ‘good governance’ e che fa riferimento alla proposta di affidare all’Unep (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente con sede a Nairobi) o ad una nuova Agenzia intergovernativa per l’ambiente da istituire a Ginevra, il compito di ‘governare’ su scala globale i problemi legati allo sviluppo sostenibile”. “Per questo che nei prossimi giorni l’attività di negoziazione andrà avanti ad oltranza con l’obiettivo di chiudere l’accordo sul ‘Plan implementation’ prima dell’arrivo dei capi di Stato e di Governo previsto per domenica 1 e lunedì 2 settembre. E ovviamente verrà avviata anche la discussione sulla dichiarazione politica”.

“Il compromesso alla fine si troverà perché nessuno vuol far fallire il vertice, ma – avverte l’esperto – sarà probabilmente al ribasso, cioè il documento finale sui nodi prima richiamati identificherà obiettivi programmatici e tendenziali, senza impegni vincolanti che sono invece sempre più necessari se si vuole davvero invertire la rotta e creare le condizioni per una migliore qualità della vita della persona e di tutte le persone che vivono sul pianeta, secondo un principio di equità e di rispetto dell’ambiente naturale. Ancora una volta – conclude Mascia – l’interesse nazionale degli Stati e una politica al servizio dell’economia prevalgono su un interesse più alto che è quello della famiglia umana universale e del suo diritto fondamentale di vivere in dignità e benessere, in equilibrio con il pianeta”.

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