Il silenzio sugli ostaggi italiani è strano e non se ne capisce la ragione. Ma qui in Iraq sono molte le cose che non si capiscono. A parlare è il vescovo ausiliare di Baghdad, mons. Shlemon Warduni, a due settimane dal sequestro, lo scorso 7 settembre, da parte di uomini armati delle operatrici umanitarie dell’Ong Un ponte per , Simona Pari e Simona Torretta e di due loro colleghi iracheni. Non sappiamo nulla degli ostaggi italiani ed iracheni dichiara al Sir mons. Warduni -. Oggi alcuni canali televisivi hanno trasmesso un appello dei familiari degli ostaggi iracheni, colleghi delle due Simone, sottolineandone l’impegno a favore della popolazione irachena. Non abbiamo attivato nessun canale per ottenere la liberazione dei sequestrati perchè non possiamo fare niente. Ma è importante, in questi casi, mantenere il silenzio ed il segreto. In casi del genere le cose vanno fatte con estrema cautela. Se gli appelli dei capi religiosi iracheni non vengono ascoltati, noi cosa possiamo fare? Non resta che pregare che Dio illumini le menti di tutti. Tuttavia, secondo il vescovo ausiliare di Baghdad, questi ripetuti appelli hanno un grande significato e possono rappresentare uno stimolo alla liberazione degli ostaggi. Oggi l’Iraq ha concluso ha bisogno di sicurezza e di leggi. Non so se le milizie regolari e la polizia irachene potranno garantirla, non spetta a me dirlo, ma speriamo che ce la possano fare.Sir