Arezzo - Cortona - Sansepolcro
Istituto Beato Gregorio X: una donna alla direzione.
Intitolare la nostra attività accademica a papa Gregorio X significa valorizzare l’ideale patrimonio che egli ci ha tramandato, sintetizzabile in cinque capisaldi: riceve gli ambasciatori del Gran Khan e invia Marco Polo, una scelta di dialogo, di apertura con l’altra parte del mondo; fa riferimento costante a Gerusalemme, che ci richiama all’importanza vitale della radice biblica; cerca di fare pace con Costantinopoli, per realizzare una Chiesa in movimento, attenta alle diversità; avvia una riforma dei costumi nella Chiesa e al tempo stesso dà una dimensione di apertura allo Spirito per la via della cultura; infine fu un grande “paciere”, provò a far fare “ponti” tra le nostre città dilaniate da interessi contrastanti. Mi pare che con questi cinque tesori che ci ha consegnato, papa Gregorio ci affida compiti davvero alti e significativi». Con questo richiamo l’arcivescovo Riccardo Fontana ha salutato quanti, tra docenti, studenti e persone interessate a vario titolo, sono intervenuti al Dies Academicus dell’istituto superiore di scienze religiose «Beato Gregorio X» di Arezzo. Nell’aula magna del Seminario, Fontana ha annunciato la nomina di Donatella Pagliacci a nuovo direttore dell’istituto, per un quinquennio, a partire dal prossimo settembre. Originaria di Sansepolcro, la professoressa Pagliacci è ricercatrice del dipartimento di filosofia e scienze umane dell’università degli studi di Macerata, dove tiene i corsi di Antropologia filosofica e il laboratorio di propedeutica filosofica. Per l’istituto Beato Gregorio X è già docente del corso in Filosofia teoretica. Tra le sue pubblicazioni «Volere e amare. Agostino e la conversione del desiderio», edito da Città nuova. Sira Serenella Macchietti ha poi parlato degli Orientamenti pastorali della Cei per il decennio 2010-2020 «Educare alla vita buona del Vangelo», a cui ha fatto seguito una tavola rotonda con i professori Sergio Angori, Mario Micheletti, Paolo Nepi, sul tema «Impegno accademico e la sfida educativa nel territorio aretino». Nel suo intervento la professoressa Macchietti ha delineato gli snodi fondamentali e le linee di forza del documento dei vescovi italiani. Di fronte alla situazione attuale di smarrimento valoriale, di paura del futuro e alla conseguente tentazione di pensare che sia troppo difficile educare, il documento incoraggia e invita alla speranza e alla fiducia nel vero e unico Maestro che è Gesù. Nella certezza che l’individuo si fa persona nella relazione, nell’incontro tra l’io e il tu (linea orizzontale) e tra l’io e il Tu (linea verticale) appare particolarmente significativa la sottolineatura della dimensione oblativa dell’educazione: educare è donarsi integralmente, esige una generosità radicale, una forte passione che nasce, al tempo stesso, da un’intensa spiritualità personale e da una lettura attenta e puntuale della realtà. di Ida Tiezzi