Italia

ISTAT: ITALIANI SEMPRE PIU’  VECCHI E PREOCCUPATI PER AMBIENTE, SANITÀ E SALUTE

Prosegue in Italia il processo di invecchiamento della popolazione italiana, lo rende noto oggi l’Istituto nazionale di statistica diffondendo i dati pubblicati nell’Annuario statistico italiano 2007. Un italiano su 5 ha più di 65 anni e i grandi vecchi (dagli 80 anni in su) aumentano, e costituiscono più del 5% della popolazione. Al 1° gennaio 2007 l’indice di vecchiaia (cioè il rapporto tra la popolazione ultrasessantacinquenne e quella di meno di 15 anni) arriva al valore di 141,5%; se confrontato con i dati internazionali (fermi però al 1° gennaio 2005), l’Italia, con un indice di 137,8% è tra i Paesi più colpiti dal fenomeno. Scendono ancora i matrimoni, passando da 247 mila del 2005 a 243.511 del 2006 (il tasso scende dal 4,3 al 4,2 per mille). Diminuiscono quelli celebrati con rito religioso, fermi attorno al 66,3% del totale (67,6% nel 2005), salgono invece quelli con rito civile, dal 32,4 del 2005 al 33,7 del 2006. La distribuzione sul territorio evidenzia un’alta percentuale di matrimoni religiosi al Sud (79,2%) e una più bassa nel Centro-nord (56,2%).

Sono 59.131.287 i residenti in Italia alla fine del 2006. Questa crescita, di circa 380.000 unità rispetto allo scorso anno, è dovuta quasi esclusivamente al saldo attivo del movimento migratorio (377.458 unità). Gli stranieri residenti sono quasi 2.938.922, con un incremento di 268.408 unità (+10%).

Traffico (46,7%), inquinamento dell’aria (43,6%), difficoltà di parcheggio (41,4), rumore (36,8), criminalità (34,6%) e sporcizia nelle strade (34,1%) sono i problemi che le famiglie accusano principalmente nella zona in cui abitano. In testa alle preoccupazioni del Nord è il problema dell’inquinamento dell’aria (40,9%). Rimane sostanzialmente stabile l’offerta della medicina di base nel 2005, con 47 mila medici (8 ogni 10 mila abitanti). Aumentano i pediatri, sono 9 ogni 10 mila bambini fino a 14 anni. Diminuiscono gli ambulatori, i laboratori pubblici e privati convenzionati e l’offerta dei servizi di guardia medica, da 25 ogni 100 mila abitanti nel 2003 a 23 nel 2005. Cresce di importanza l’assistenza domiciliare integrata e aumentano le Asl che offrono questo servizio, sono 184 su 195 in totale (erano 175 nel 1999).aumentano anche i pazienti assistiti a domicilio, passando da circa 316 mila nel 2003 a 396 mila nel 2005, la quota più rilevante è costituita dagli anziani, 84,2% del totale. Diminuiscono i posti letto ordinari e le degenze in regime ordinario, aumenta invece il day hospital. Si passa da 26.818 posti letto nel 1999 a quasi 33 mila nel 2004 (circa 14% del totale dei posti letto ordinari). Il 73,3% dei residenti giudica buono il proprio stato di salute nel 2007, sono meno le donne (70,2) degli uomini (76,6).

Secondo i dati sulle forze di lavoro, nel 2006 gli occupati sono 22.988 mila, segnando un incremento di 425 mila unità rispetto all’anno precedente. Scendono coloro che cercano occupazione, sono 1.673 mila, 215 mila in meno rispetto al 2005. la disoccupazione cala dal 7,7% del 2005 al 6,8% del 2006. Sono principalmente gli stranieri (+178 mila unità) e le donne a far salire l’occupazione, dopo il dato invariato del 2005 (57,5%9 torna a salire (58,4%) che rimane comunque al di sotto del dato medio dell’Ue25 (64,6). Sotto il profilo territoriale si registra, dopo tre anni di flessione, anche un incremento nel Mezzogiorno (+1,6%). Per quanto riguarda l’istruzione, aumentano gli studenti nell’anno scolastico 2005/2006, circa 36 mila in più rispetto all’anno precedente. Il tasso di scolarità si attesta attorno al 100% nelle scuole dell’infanzia, elementari e media ed è in continuo aumento nella secondaria superiore, passando dall’89,8% del 2000/2001 al 92,4%. Le persone con qualifica o diploma di scuola secondaria superiore sono il 32,2%, quelle con titolo universitario il 9,7%. Migliori opportunità di inserimento professionale dei laureati sono quelle per i gruppi ingegneria (81,6% lavoro continuativo dopo la laurea), chimico-farmaceutico (72,5), economico-statistico (68,1)e architettura (60); hanno maggiori difficoltà le laureate: sono il 52% ad avere un lavoro continuativo contro il 62% dei maschi.

Sir