Natalità zero in Italia, per il quinto anno consecutivo. Lo dice l’Istat, rendendo noti oggi gli indicatori demografici per il 2011. Sono 556 mila rende noto l’istituto di ricerca i bambini nati nel 2011, 6 mila in meno rispetto al 2010, mentre i morti lo scorso anno sono stati 592 mila, 4 mila unità in più dell’anno precedente. Il risultato è che, per il quinto anno consecutivo, la popolazione diminuisce, con 36 mila unità in meno per il 2011. Con un tasso di natalità che scende dal 9,3 per mille (2010) al 9,1 per mille (2012), il numero medio di figli per donna è pari a 1,42. L’82% delle nascite precisa l’Istat proviene da donne italiane, mentre il restante 18% da straniere, la cui età media al parto è di 28 anni, contro i 32,1 anni delle italiane. In crescita la speranza di vita alla nascita: 79,4 anni per gli uomini (+0,3 rispetto al 2010), 84,5 anni per le donne (+0,2). A livello regionale, con 1,63 figli per donna nel 2011 il Trentino Alto Adige si conferma come la regione più prolifica, seguita da Valle d’Aosta (1,61). Lombardia (1,52), Emilia Romagna (1,50) e Veneto (1,48). La Campania, con 1,43 figli per donna, è rimasta l’unica regione meridionale con un livello riproduttivo superiore alla media nazionale. In coda Sardegna (1,15 figli per donna), Basilicata (1,17) e Molise (1,19): In alcune regioni meridionali osserva l’istat la bassa fecondità è ormai un fatto consolidato. A fine 2011, sono 60.851.000 le persone residenti in Italia, circa 200 mila in più rispetto all’anno precedente. Il dato è stato fornito questa mattina dall’Istat, in occasione della diffusione degli indicatori demografici per il 2011. Un incremento che, ancora una volta, è dovuto all’immigrazione. Gli stranieri residenti (4 milioni 859 mila) precisa l’Istat rappresentano l’8% della popolazione totale. Rispetto al 1° gennaio 2011 si riscontra un incremento di 289 mila unità, mentre la popolazione di cittadinanza italiana scende sotto i 56 milioni, con una perdita netta di 65 mila unità. Per quanto riguarda il saldo migratorio con l’estero, la maggioranza dei flussi in ingresso nel Paese (93%) spiega l’istituto di ricerca è rappresentata da cittadini stranieri. Le iscrizioni dall’estero d’individui di nazionalità estera risultano, infatti, pari a 376 mila (-11,5% rispetto al 2010), mentre i rientri in patria degli italiani sono 30 mila (-11,6%). Per quanto riguarda le cancellazioni, si stimano 33 mila cancellati stranieri (+1%), a fronte di 50 mila cancellati di cittadinanza italiana (+9,3%). Ne deriva, pertanto, che il saldo migratorio netto con l’estero è pari a 323 mila nuovi soggetti. Nella penisola, invece, sono stati 1.350.000 i trasferimenti di residenza intercomunali, con un’emigrazione dal Mezzogiorno a vantaggio delle regioni del Centro-Nord. (Sir)