Toscana
ISRAELE, UN VOTO SEGNATO DALLA PAURA
Nonostante lo scandalo dei presunti finanziamenti illeciti da parte di un miliardario sudafricano destinati a finanziare la sua campagna elettorale, ed una situazione economica critica, Ariel Sharon, premier del Likud, principale partito della destra israeliana sembra destinato a succedere a se stesso nelle elezioni di domani, 28 gennaio, in Israele. I sondaggi oggi, infatti, lo vedono favorito con 32 seggi su un totale di 120 contro i 18-19 del suo diretto antagonista, il laburista Amram Mitzna. A questo punto ago della bilancia è quel 14% di israeliani ancora indecisi.
“Il problema di Sharon, stando ai sondaggi, commenta l’esperto di politica internazionale Pier Antonio Graziani sarà quello di formare un’ampia coalizione per proseguire nella sua politica. La scelta dei laburisti, di non partecipare a nessun futuro governo di unità nazionale’, così come è stato nella precedente legislatura, potrebbe creare ancora più problemi perché significherebbe allargare lo schieramento a partiti di estrema destra difficilmente controllabili”. La novità, per l’esperto, “potrebbe essere rappresentata dal partito di centro laico, Shinui, guidato dall’ex giornalista Tommy Lapid” che i sondaggi accreditano con 15-16 seggi alla Knesset e favorevole alla creazione di uno Stato palestinese e alla separazione tra stato e religione.