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Israele e Hamas: Zuppi, vicinanza alla madre di uno degli ostaggi ritrovati morti e alle famiglie delle vittime

Il presidente della Cei: "Abbiamo bisogno che si fermi la guerra e che smetta di esistere la sofferenza che stiamo sperimentando in questa zona del mondo. Non voglio che il mio dolore provochi altro dolore”.

Rachel Goldberg-Polin (Foto Sir)

L’arcivescovo, card. Matteo Zuppi, e la Chiesa di Bologna, “appresa la notizia del ritrovamento dei corpi di alcuni ostaggi israeliani rapiti lo scorso 7 ottobre, hanno espresso vicinanza al dolore di Rachel, madre di Hersh Goldberg-Polin, incontrata durante il pellegrinaggio diocesano di ‘Comunione e Pace in Terra Santa’ svoltosi nel giugno scorso, il cui figlio è una delle vittime ritrovate”.

In una nota diffusa nel pomeriggio di ieri, 1° settembre, il cardinale partecipa “al dolore di tutte le famiglie degli ostaggi e delle popolazioni che stanno soffrendo in quella regione”. Il card. Zuppi era rimasto in contatto con la famiglia Goldberg-Polin e in particolare con la madre di Hersh, Rachel, che, il 13 giugno, aveva portato la sua testimonianza ai pellegrini. In quell’incontro, la donna aveva affermato: “Le nostre famiglie e quelle dei civili innocenti uccisi a Gaza provano lo stesso dolore. Non è una classifica del dolore né una competizione a chi soffre di più o a chi versa più lacrime. Siamo tutti umani. Abbiamo bisogno che si fermi la guerra e che smetta di esistere la sofferenza che stiamo sperimentando in questa zona del mondo. Non voglio che il mio dolore provochi altro dolore”.

Dall’arcivescovo di Bologna anche l’invito a raccogliere l’appello di Dani Miran, padre dell’ostaggio Omri, per un cessate il fuoco e la fine della guerra. La nota termina con l’invito del cardinale “a pregare per la pace, per la fine del conflitto” e con “la vicinanza a tutte le vittime e popolazioni che soffrono”, in unione con la preghiera di Papa Francesco all’Angelus per la festa dell’Assunta: “Chiedo ancora una volta che si cessi il fuoco su tutti i fronti, che si liberino gli ostaggi e si aiuti la popolazione stremata. Incoraggio tutti a compiere ogni sforzo perché il conflitto non si allarghi e a percorrere le vie del negoziato affinché questa tragedia finisca presto! Non dimentichiamo: la guerra è una sconfitta”.

Al termine del pellegrinaggio, qualche giorno dopo l’incontro a Gerusalemme, Goldberg-Polin inviò al card. Zuppi un messaggio nel quale si leggeva: “Quando le persone sono unite con la fede nell’amore del Signore, portano un sussurro della salvezza in arrivo che tutti aneliamo. Ho il desiderio che la sofferenza finisca, la sofferenza di mio figlio, di tutti gli ostaggi e di tutte le centinaia di migliaia di civili innocenti a Gaza”. La donna, ebrea osservante, citava il salmo 23 “Non temo il male, perché Tu sei con me…” e il 126 dove si legge: “Quando l’Eterno fece tornare i reduci di Sion, ci pareva di sognare. Allora la nostra bocca fu piena di sorrisi e la nostra lingua di canti d’allegrezza… O Eterno, fa’ tornare i nostri che sono in schiavitù, come i ruscelli nella terra del Neghev”.

“Non dimenticherò – concludeva il messaggio – il dolore, l’empatia e le lacrime sui volti dei pellegrini, persone gentili, benevole e premurose che hanno toccato il mio cuore ferito e malconcio”.  Queste le parole del cardinale al termine di quell’incontro: “Questa donna pensava al suo dolore e a quello di tanti a Gaza. Rachel ha detto una cosa molto giusta: ‘Voglio che il mio dolore non provochi altro dolore’”.