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ISRAELE, CORTE SUPREMA ORDINA A GOVERNO DI PRONUNCIARSI SU SENTENZA DELL’AJA SUL ‘MURO’

La Corte Suprema di Israele ha dato 30 giorni di tempo al governo di Ariel Sharon per pronunciarsi con un documento ufficiale alla sentenza della Corte internazionale di giustizia dell’Onu, che a luglio aveva dichiarato illegale la costruzione della barriera di separazione con la Cisgiordania. Lo riferisce l’edizione on-line del quotidiano israeliano ‘Haaretz’, precisando che i giudici hanno anche imposto all’esecutivo di specificare in che modo intende recepire le indicazioni di quella sentenza. Nel suo pronunciamento, la Corte di Giustizia dell’Aja aveva definito “una violazione della legge umanitaria internazionale e degli strumenti dei diritti umani” la recinzione – il Muro dell’aparthied, come lo chiamano in molti – che Israele sta costruendo in Cisgiordania con l’intento di fermare i terroristi palestinesi, chiedendone la sospensione e lo smantellamento. Le autorità israeliane avevano risposto di non riconoscere questa decisione – emessa su richiesta dell’Assemblea generale dell’Onu e senza vincoli per Israele – e non avevano interrotto la costruzione della barriera, che è anzi stata accelerata. Ora interviene l’Alta Corte israeliana che pur avendo più volte fermato i lavori del ‘Muro’ in risposta a petizioni di cittadini palestinesi, per la prima volta fa esplicito riferimento alla sentenza dei giudici dell’Aja. L’ordine al governo di esprimersi sul verdetto internazionale, è stato formulato in seguito alla petizione di un gruppo di cittadini del villaggio di Shukba, in Cisgiordania, nei pressi dell’aeroporto internazionale israeliano ‘Ben Gurion’, che si erano rivolti alla Corte Suprema contestando le espropriazioni di terra compiute dalle autorità dello Stato ebraico con la giustificazione di costruire il constestatissimo ‘Muro’; nella loro petizione, i firmatari dell’istanza chiedevano al governo israeliano di prendere in considerazione la sentenza dell’Aja.Misna