Toscana

ISRAELE, ATTENTATO SUICIDA NEL PORTO DI ASHDOD

Sono almeno dieci (più due kamikaze) le vittime dell’attentato suicida, rivendicato da Hamas, dalla Jihad islamica e delle Brigate dei martiri di al-Aqsa (al Fatah), che ha colpito ieri i dipendenti del porto israeliano di Ashdod. Sono stati due i kamikaze – entrambi diciottenni e giunti dal campo profughi di Jabalya (Gaza) – che si sono fatti esplodere, uno fuori dal recinto del porto, il secondo all’interno, non lontano da un deposito di bromo, che probabilmente era il vero obiettivo dei due attentatori. Se nella deflagrazione degli ordigni che i kamikaze portavano indosso fosse rimasto investito anche il deposito, gli effetti dell’esplosione avrebbero potuto essere di gravità incalcolabile. Nell’attentato una ventina di dipendenti del porto sono rimasti inoltre feriti.

L’attacco si è verificato pochi minuti prima che un portavoce ufficiale israeliano rendesse noto a Gerusalemme che oggi si sarebbe dovuto tenere un nuovo incontro preparatorio in vista dell’atteso vertice tra il premier israeliano Ariel Sharon e il suo omologo palestinese, Abu Ala. La gravità del piano omicida ordito da Hamas, dalla Jihad islamica e da al Fatah ha provocato inevitabilmente l’ennesimo slittamento dell’atteso incontro tra Sharon e Abu Ala.

Prima dei fatti di Ashdod, invece, fonti del Likud – il partito conservatore del premier Sharon – hanno detto all’emittente radiofonica ‘Canale 7′ (la radio dei coloni) che l’incontro tra il primo ministro israeliano e il presidente americano George W. Bush sul ritiro unilaterale di Israele dalla Striscia di Gaza potrebbe tenersi il prossimo 29 marzo.

Poche ore prima che i kamikaze entrassero in azione ad Ashdod, un nuovo scontro tra forze armate israeliane e militanti palestinesi esi era svolto lungo la strada che collega la colonia di Netzarim con il vicino valico di Karni: i militari israeliani hanno attaccato un gruppo di palestinesi che stava piazzando una o più cariche esplosive, il cui scoppio aveva probabilmente come obiettivo i convogli che transitano lungo l’arteria. Nello scontro a fuoco sono morti due, forse tre palestinesi.

Altro sangue, infine, è stato versato in un fine settimana tragico nel villaggio di Dir Kadis, a ovest di Ramallah, al termine di una manifestazione di protesta contro la costruzione della barriera in Cisgiordania, il cosiddetto ‘muro della vergogna’ : cinque palestinesi sono rimasti feriti e un israeliano è stato arrestato in scontri con i soldati di Tel Aviv durante la manifestazione (alla quale hanno partecipato persone provenienti da molti Paesi,), che ha visto i militari di guardia intervenire per disperdere i manifestanti facendo uso di candelotti lacrimogeni e, secondo alcuni testimoni, di manganelli.Misna