Opinioni & Commenti
Islam, libertà religiosa a senso unico. Ma non c’è alternativa al dialogo
L’Islam è cronologicamente l’ultima delle religioni rivelate che si riconoscono in Abramo. Ultima e, come tale, definitiva, la più perfetta rivelazione. Di questa definitività l’Islam ha piena coscienza. Chi ha conosciuto la verità del Messaggio divino rivelato al Profeta Maometto non ha «diritto» di allontanarsene. Cristiani ed ebrei, che vivono in uno stadio inferiore e imperfetto della conoscenza della Rivelazione di Dio sono accettati e «protetti» in quanto figli di Abramo e nell’attesa che giungano alla pienezza della verità.
Nei primi tempi dell’Islam, vivente ancora il Profeta, numerosi furono i tradimenti di alcuni gruppi di neo-convertiti all’Islam, per ragioni soprattutto politiche: La risposta fu una ferma condanna e una dura repressione con le armi alla mano ad opera dello stesso Maometto. Nel Corano troviamo traccia di quegli eventi attraverso i severi moniti divini contro gli apostati e gli incitamenti ai musulmani affinché i traditori venissero combattuti fino alla morte o al ritorno all’Islam.
L’apostasia, nella tradizione giuridica islamica, è da allora trattata molto severamente. L’apostata che permane nella sua scelta è messo a morte o imprigionato a vita. In ogni caso, perde tutti i suoi beni ogni diritto. Se sposato, il suo matrimonio è immediatamente annullato.
Al di là delle condanne e delle facili satire, in cui l’occidente cristiano non deve dimenticare la sua storia anche più recente, l’unica autentica alternativa è il dialogo, continuo, ininterrotto, sui valori comuni ai monoteismi abramitici, con un pensiero costante alle comunità cristiane che vivono in terra d’Islam e che, con la loro silenziosa presenza, testimoniano la speranza di una definitiva coesistenza nella diversità tra i figli di Isacco e di Ismaele.