Vita Chiesa
Irlanda, abusi: Diocesi avanti con «tolleranza zero»
Il Rapporto ha riguardato quattro diocesi (Dublino, Meath, Cloyne e Killaloe) e cinque Congregazioni religiose (Fratelli Cristiani, Fratelli di Saint Patrick, Comunità benedettina dell’abazia di Glenstal, Società del Verbo Divino e Missionari di San Colombano). Dal Rapporto – spiega la responsabile del National Board, Teresa Devlin -, emerge che se da una parte le diocesi stanno dimostrando di fare «ottimi progressi nel rispettare gli standard, per le Congregazioni religiose e le Società missionarie, il progresso appare più lento». La Commissione di inchiesta ha notato che «c’è stato un cambiamento epocale» in Irlanda rispetto alla lotta e alla prevenzione dei fenomeni di pedofilia all’interno della Chiesa cattolica: «Tutti ora sono consapevoli dei loro obblighi di segnalazione, sfortunatamente però – aggiunge Teresa Devlin – in due casi abbiamo visto che i sacerdoti hanno continuato nel ministero, anche se vi sono state prove e casi contro religiosi defunti, ex religiosi e insegnanti laici che non sono stati sempre notificati alla polizia».
«Le segnalazioni alle autorità civili in materia di accuse contro sacerdoti e religiosi ora sono molto rapide – si legge nel comunicato del National Board -, sebbene i ritardi del passato sono attestati». Alla luce delle verifiche effettuate in tutte le diocesi e in un certo numero di Congregazioni, la Commissione presenta alcuni punti principali: il primo è che «i reati si sono compiuti in gran parte tra il 1940 e il 2000, con un calo nel comportamento offensivo notificato dopo il 2000». Quindi, aggiunge la Commissione, «c’è ancora bisogno di una vigilanza e supervisione costante e di un’azione sollecita». La Commissione rivela, inoltre, che «un certo numero di sacerdoti hanno abusato subito dopo l’ordinazione e ciò deve condurre a porsi delle domande sulla formazione». Ancora, «un certo numero di abusatori erano sacerdoti molto carismatici, popolari tra la gente» e molti di loro «hanno avuto altri problemi di dipendenza come quella dall’alcol». In contemporanea all’uscita dei singoli Rapporti, i vescovi delle diocesi coinvolte hanno rilasciato dichiarazioni in cui all’unanimità accettano le Raccomandazioni contenute.
Il neo-vescovo di Cloyne, monsignor William Crean, afferma: «Dal giorno della mia ordinazione avvenuta circa 15 mesi fa, mi sono impegnato a fare tutto quello che posso, con altri in diocesi, per continuare a portare guarigione e nuova speranza a tutte le vittime di abuso e alle loro famiglie. Oggi ribadisco tale impegno. Prometto loro, come a tutti i genitori dei bambini di Cloyne, che non verremmo mai meno all’impegno preso affinché tali abusi non accadano più». L’arcidiocesi di Dublino pubblica invece alcuni dati concreti per attestare questo impegno: dallo scorso anno altri tre sacerdoti dell’arcidiocesi sono stati oggetto di accuse di abusi sessuali su minori. Questo porta a 101 il numero dei sacerdoti di Dublino che sono stati accusati di abusi dal 1940. Un dato però da comparare ai circa 1.350 sacerdoti che nello stesso periodo hanno servito nell’arcidiocesi di Dublino. La cifra, inoltre, include accuse di abuso che sono state confermate, accuse inconcludenti e accuse infondate. 12 sacerdoti o ex preti sono stati condannati nei tribunali penali mentre 236 sono le azioni civili avviate contro 51 preti o ex preti della diocesi. 187 casi sono conclusi e 49 sono in corso. I costi, ad oggi, sostenuti dall’arcidiocesi per il risarcimento dei danni riguardanti gli abusi sessuali su minori da parte di sacerdoti sono pari a 20,4 milioni di euro (14 milioni di euro per risarcimento e 6,4 milioni per spese legali).