Italia

Iris, eroismo senza… permesso

Una cerimonia composta, pochi fiori e un lungo applauso all’uscita della bara. E’ stata salutata così, domenica 27 agosto, nella chiesa di Santa Maria del Popolo, a Villalba di Guidonia, Iris Palacios Cruz, la baby-sitter honduregna di 27 anni, morta all’Argentario per salvare dall’annegamento Letizia, la bambina undicenne di Roma che accudiva da un anno e mezzo.

La nonna di Letizia, fuori dalla chiesa, l’ha definita “una santa”. Don Nino Murtas l’ha elogiata durante l’omelia: “E’ stata un esempio, una testimonianza di altruismo e di amore veramente grandi. Il Signore di sicuro l’ha abbracciata con amore intenso. Un’eroina dei nostri tempi, che come Gesù ha dato la vita per salvare. Quindi, un atto eroico di amore. Iris ha commosso tutta l’Italia. Resti un esempio da imitare”.

Durante la cerimonia, piangendo, ha parlato anche Simona Flamment, mamma di Letizia, rivolgendosi direttamente a Iris: “Per Letizia tu sei stata molto più di una baby-sitter, l’abbiamo sempre saputo. Perdonaci se qualche volta l’abbiamo dimenticato. Sapevamo quali erano i tuoi sogni. Faremo il possibile per realizzarli”. Il sogno di Iris era quello di ricomporre la sua famiglia in Italia: sette anni fa aveva perso il padre, macellaio, ucciso dai rapinatori per pochi soldi; in Honduras ha tre fratelli di 15, 19 e 20 anni. A ottobre avrebbe portato con sé in Italia il più piccolo. Il corpo è stato tumulato nel cimitero di Montecelio, nel loculo, acquistato tempo fa dalla zia, che abita a Villalba. “E’ stata la sua profonda devozione e il suo profondo senso di responsabilità verso quella piccina – ha ricordato la zia di Iris – a dare origine a questo grande gesto, che per noi purtroppo è un grandissimo dolore”.

Il suo datore di lavoro: realizzeremo il suo sogno“Il più grande desiderio di Iris era riunire a Roma tutta la famiglia, portare qui, per stare con lei e con la mamma Duna, anche la sorella e i due fratelli riamasti in Honduras ed è quello che cercheremo di realizzare con tutte le nostre forze, e con l’aiuto dell’ambasciata e delle autorità politiche, perché Iris era una persona bella dentro e se lo meritava davvero”. Lo ha detto, commosso, il padre della bambina di 10 anni che la baby sitter di 27 anni ha salvato nel mare dell’Argentario. “Per noi – ha proseguito Luigi Vassallo – è stata una tragedia violenta, inspiegabile, Iris era ormai diventata una persona di famiglia”.

Poi ha raccontato che già quando era stata presentata la ragazza aveva colpito subito per la sua moralità, la sua precisione, la sua voglia di migliorarsi. Per prima cosa, giunta in Italia, si era iscritta ad una scuola di italiano e aveva imparato benissimo la lingua. Con i bambini poi era dolcissima, “non le voleva bene solo mia figlia – ricorda il suo datore di lavoro – ma anche tutte le sue amiche per le quali organizzava giochi e festicciole”.

Vassallo ha spiegato poi che la mancata regolarizzazione della ragazza è dovuta solo all’inerzia della burocrazia “perché noi abbiamo fatto tutto il possibile: l’anno scorso la richiesta d’ingresso, quest’anno il rinnovo della domanda, ma eravamo ancora in in attesa della sanatoria, così come è successo del resto anche al datore di lavoro della madre”.

Eppure Iris si sentiva italiana anche perché aveva qua da 40 anni la zia Luisa. “Da noi era stata ‘adottata’:- ricorda ancora il padre della bimba che Iris assisteva – in montagna aveva preso lezioni di sci con nostra figlia, le avevamo messo a disposizione il computer, le consigliavamo i libri in italiano da leggere, lei diceva che, appena possibile, avrebbe voluto completare gli studi di economia che aveva cominciato nel suo paese . La realtà – ha concluso il papà della bimba che non dimenticherà Iris – è che i rapporti tra le persone, il senso di rispetto reciproco vanno oltre le razze, le leggi, i pezzi di carta e bisognerebbe ricordarlo ora che sembra che nel mondo si riaccendono nuove conflittualità “.

Il Prefetto: per medaglia stiamo valutando“La medaglia d’oro al valor civile alla baby sitter annegata per salvare la bambina che stava accudendo? E’ un’ipotesi che senza dubbio sarà presa in considerazione, ma in questi casi occorre far passare l’onda emotiva e valutare l’accaduto. Non si tratta di un aspetto burocratico ma, al contrario, della necessità di avere elementi certi su cui decidere”.

Lo ha detto il prefetto di Grosseto Stefano Narduzzi riferendosi all’intenzione, manifestata dal sindaco di Monte Argentario Nazzareno Alocci, di premiare con un riconoscimento il gesto eroico di Iris Noelia Palacios Cruz. La 27enne, originaria dell’Honduras, è infatti annegata venerdì pomeriggio dopo esser riuscita a mettere in salvo la figlia di 11 anni della famiglia romana nella quale, da qualche tempo, benché ancora priva di permesso di soggiorno, prestava servizio. Sarà dunque la relazione finale sulle indagini dei Carabinieri della Compagnia di Orbetello, è stato spiegato, a offrire quegli elementi sui quali poi la Prefettura potrà basare le proprie decisioni e le eventuali proposte ufficiali da avanzare al ministero degli Interni. Ai militari, infatti, spetta solo il compito di raccogliere testimonianze ed elementi in grado di definire nei particolari quanto accaduto nelle acque di Cala del Bove, uno specchio di mare che si affaccia su una scogliera diventata – per le correnti e il forte maestrale che soffiava nella giornata – una trappola mortale per la giovane baby sitter. (ANSA).