Per essere buoni educatori e buoni insegnanti della religione cattolica bisogna essere buoni cristiani. A ricordarlo è stato mons. Ignazio Sanna, vescovo di Oristano, intervenendo al Convegno nazionale della Cei per Direttori e Responsabili Diocesani Irc (Insegnamento della religione cattolica), in corso a Torino fino al 14 aprile. La società occidentale, ricca e supetecnologica ha fatto notare il relatore, è popolata di uomini e donne disperati che vagano in un deserto popolato di oggetti, alla ricerca affannosa della felicità. La felicità inseguita è quella della piena gratificazione dei desideri, dei sogni, confusamente nutriti dal proprio ego. Una società fondamentalmente individualistica ed egoista, la nostra, che fa dimenticare spesso che la ricchezza della vita umana si manifesta essenzialmente nella gratuità delle relazioni. Ogni essere umano ha ammonito il presule – ha bisogno di essere amato ed accolto, di amare e di accogliere. Questa società, invece, propone come unica realtà accettabile e fondante quella del possesso. Di qui la necessità di impostare la questione identitaria non in maniera autoreferenziale: per i cristiani, infatti, dio è il dove dell’uomo, Dio è lì’alfabeto umano. La grammatica dell’insegnamento su Dio è la grammatica della vita di Dio.Sir