Vita Chiesa

IRC: MONS. ANNICCHIARICO (CEI), FARE I CONTI CON I CAMBIAMENTI

L’ora di religione oggi «è chiamata a fare i conti con i cambiamenti profondi del tessuto sociale in cui si situa, ma anche ad aprirsi a nuove prospettive di collaborazione e di sviluppo». Lo ha detto mons. Vincenzo Annicchiarico, responsabile del Servizio nazionale per l’Irc della Cei, aprendo oggi i lavori del convegno sul tema «Impegno comune per un Irc di qualità», organizzato per la prima volta congiuntamente dal citato Servizio e dal Servizio nazionale per gli Studi superiori di teologia e di scienze religiose della Cei. Due, ha spiegato il relatore ai circa 340 convegnisti presenti a Roma, le «parole chiave» su cui i due Servizi Cei hanno lavorato: «sinergia e qualità», prefigurando «la possibilità di un cammino di convergenza che coinvolga più soggetti nella realizzazione di itinerari di formazione che, pur nella diversità degli approcci, pongano al centro la persona e la sua formazione integrale secondo la visione cristiana». Gli Orientamenti pastorali della Cei, ha sottolineato mons. Annicchiarico, «guardano all’Irc con molta attenzione, collocandolo nell’orizzonte dell’educazione ed evidenziando, da una parte, la necessità del suo corretto riferimento alla scuola e alle sue finalità e, dall’altra, sollecitando una speciale attenzione all’Irc come risorsa per l’intera comunità ecclesiale». «L’Irc – ha proseguito il responsabile del Servizio Cei – non è solo una ‘officina di senso’ come ogni altra disciplina scolastica, ma è anche l’espressione dell’impegno culturale della Chiesa», grazie allo «statuto» della disciplina stessa, che ha come elementi di fondo «gli interrogativi su Dio, l’interpretazione del mondo, il significato e il valore della vita, le norme dell’agire umano». In questa prospettiva, l’Irc «è essenziale per l’educazione integrale dell’alunno e rende, quest’ultimo, ‘competente’ nel prendere una decisione personale e libera in materia religiosa». Per questo l’incontro con la religione non può «restare al solo livello delle informazioni», ma va proposto «come una delle vie privilegiate per accedere ai significati del patrimonio storico, artistico, culturale e sociale dell’Italia e dell’Europa», in quanto «ha un suo ruolo specifico nella formazione globale della persona». Negli Orientamenti, ha ricordato mons. Annicchiarico, si riconosce l’Irc come «una forte espressione dell’impegno educativo della Chiesa»: gli stessi insegnanti di religione cattolica «ricevono la loro formazione iniziale nelle strutture accademiche della Chiesa e possono essere accompagnati nella formazione in servizio con corsi di qualità», in accordo con gli Uffici o Servizi diocesani e regionali dell’Irc e grazie al «significativo ruolo svolto dalla Santa Sede» (Sir)