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IRAQ,GRAVI SCONTRI A NASSIRIYA, ZARQAWI MINACCIA COALIZIONE E AYATOLLAH AL-SISTANI

È stata una notte di sangue e di minacce quella appena trascorsa in Iraq. Sono stati gli italiani del contingente di stanza a Nassiriya, nel sud dell’Iraq, a doversi confrontare con alcune centinaia di miliziani del leader religioso radicale sciita Moqtada Sadr. Tra le parti si è verificato uno scambio di colpi d’arma da fuoco, che ha lasciato sul campo almeno due morti tra gli iracheni, mentre almeno sei soldati italiani (secondo alcune fonti 11) sarebbero rimasti feriti. Moqtada Sadr, che appare sempre più come il leader della rivolta dei radicali sciiti contro la presenza militare straniera in Iraq, ha respinto ieri un appello rivoltogli dalle autorità religiose della sua comunità, guidata dal grande ayatollah Ali al-Sistani. “Abbiamo chiesto a Moqtada di fermare il ricorso alla violenza, di non occupare più edifici pubblici e di non commettere altre azioni che ne fanno un fuorilegge. Ma lui insiste su una linea che potrebbe distruggere la nazione” ha detto alla stampa un collaboratore di Mohammad Bahr al-Ulum, esponente del Consiglio di governo provvisorio iracheno. Sadr potrebbe trovarsi asserragliato in una moschea con un gruppo di suoi più stretti collaboratori, situazione che potrebbe preludere a una nuova, grave fase di violenza, se le forze della coalizione internazionale vorranno mettere in condizione di non offendere quella che potrebbe rivelarsi una vera e propria bomba a tempo. In queste ore, intanto, si fanno sempre più decise e provocatorie le minacce contro la coalizione da parte del giordano Abu Mussab Zarqawi, uno dei principali sospettati per i recenti attentati in Iraq. In un messaggio audio diffuso in nottata attraverso un sito Internet integralista, Zarqawi ha minacciato apertamente non solo le forze della coalizione e i curdi iracheni, ma anche la maggioranza sciita del Paese, a cominciare dal suo indiscusso leader religioso, il grande ayatollah Sistani, definito “l’imam dell’ateismo e del manicheismo”.

Nel messaggio rivolto “alla nazione dell’Islam” Zarqawi, 37 anni, d’origine palestinese, ricercato dagli Stati Uniti che hanno messo sulla sua testa una taglia di dieci milioni di dollari, ha attaccato duramente gli sciiti iracheni, definendoli “il cavallo di Troia utilizzato dai nemici della nazione” per impadronirsi dell’Iraq, ma non ha risparmiato neppure il leader curdo iracheno Jalal Talabani, che definisce “agente americano-sionista”, e i “governanti arabi”, colpevoli di aver “accettato” che i loro Paesi servissero “da basi arretrate per gli aerei della distruzione” che hanno bombardato l’Iraq. Nel messaggio, infine, Zarqawi rivendica una serie di sanguinosi attentati, affermando che “gli eroici mujaheddin hanno ucciso oltre 200 soldati delle forze della coalizione crociata”, citando diversi luoghi: “l’Onu a Baghdad, le forze della coalizione a Karbala, gli italiani a Nassiriya, le forze statunitensi sul ponte di Al Khalidiya, i servizi d’informazione americani all’hotel Shahin e al palazzo presidenziale a Baghdad, la Cia all’hotel Rashid, le forze polacche a Hilla”. (Misna)