Appello di sacerdoti e vescovi iracheni ai loro confratelli americani affinché visitino l’Iraq per vedere da vicino le condizioni in cui versa la comunità cristiana locale. Noi cristiani rischiamo seriamente di scomparire a causa dell’emigrazione si legge nel testo rilanciato da Baghdadhope – i nostri amici e le nostre famiglie hanno avuto delle buone ragioni per partire. Sono stati sfollati a causa della guerra. Sono stati rapiti ed uccisi, le loro case sono state saccheggiate e confiscate. Non hanno lavoro né futuro. Quelli di noi che non sono partiti sopravvivono, ma non è abbastanza. Abbiamo dei progetti sul lavoro, la scuola e l’istruzione ma abbiamo bisogno di aiuti finanziari. Abbiamo bisogno di aiuto ora. Sono circa 500 mila i cristiani rimasti in Iraq, quasi tutti fuggiti a Nord a causa della guerra. Qui siamo più al sicuro ma abbiamo bisogno di esserlo di più. E la nostra sicurezza non ci sarà data dalle votazioni o dalla nostra rappresentatività nel governo perché non l’abbiamo. Il nostro ruolo conclude l’appello, firmato tra gli altri dai vescovi Mikha P. Maqdassi, Al qosh, Louis Sako, Kirkuk, Petros Harbouli, Zakho, e da padre Bashar Warda, rettore del seminario – ci viene dal servizio che diamo negli ambiti della scuola e della salute. La nostra futura sicurezza è nella istruzione. Siamo pronti a lavorare. Vogliamo rimanere qui.Sir