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Iraq, Ucoii solidale con cristiani perseguitati: “Nessuna giustificazione alla violenza”

Solidarietà “con i cristiani dell’Iraq e con le altre minoranze perseguitate” e un appello affinché “la guerra, che è la madre di tutta l’ingiustizia e la sua figlia al contempo”, cessi ovunque e smetta “di produrre i suoi effetti satanici sulle creature di Dio, in Iraq come in Siria, in Palestina, in Nigeria come in Afghanistan, in Siria e in Centro Africa” è stato lanciato dall’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia (Ucoii).

“Il rispetto e la protezione della Gente del Libro (i cristiani e gli ebrei) e, in generale di tutte le popolazioni che vivono in un Paese o territorio governato dai musulmani è un dovere ineludibile di qualunque potere che si richiami all’Islam”, afferma la direzione dell’Ucoii. “Quando poi – prosegue – una forza che affigge insegne islamiche viola tutte le regole sharaitiche e morali del conflitto, nessuna referenza religiosa potrà essere avanzata per giustificarli o sostenerli. Si tratta di forze mercenarie, in gran parte extra irachene, che sono attualmente vivamente contrastate sul territorio da forze islamiche nazionaliste e dai peshmerga kurdi”.

I musulmani iracheni, ricordano le comunità islamiche italiane, “sono in prima linea nella difesa e protezione dei cristiani non solo militarmente: sedici Ulema (dotti di scienze religiose) musulmani sunniti, che appartengono a confraternite sufi di Mosul, lo scorso mese, sono stati uccisi da quei criminali per aver difeso i cristiani della città. Tra loro ci sono gli imam della Grande moschea della città, Muhammad al-Mansuri, e quello della moschea del Profeta Giona (as), Abdel-Salam Muhamma”.

“Noi preghiamo il Signore di tutta l’umanità – scrive l’Ucoii – affinché guidi i capi religiosi delle diverse comunità ad unirsi per approfondire ancora il dialogo interreligioso, mettendo i valori delle rispettive religioni a servizio dell’umanità intera, allontanando ogni forma di odio per l’altro diverso da noi, ogni tentazione di evocare e strumentalizzare ancora antiche forme di antisemitismo, anti cristianesimo o islamofobia”. Di conseguenza, concludono, “invitiamo tutti i musulmani e le musulmane a testimoniare un forte impegno di pace e fratellanza con tutti i credenti perseguitati, con iniziative pubbliche e solidali”.