Toscana

IRAQ: TRA BAGHDAD E DAMASCO STORICA RIPRESA RELAZIONI DIPLOMATICHE

“La bandiera irachena sventolerà in Siria e quella irachena sarà issata in Iraq”: lo ha annunciato trionfante Hoshyar Zebari, il corpulento ministro degli esteri iracheno in una conferenza stampa con il collega siriano, Walid Al Muallem, nella quale ha reso noto che “abbiamo concluso un accordo in virtù del quale le relazioni diplomatiche con la Siria, rotte da 25 anni, sono completamente ristabilite”. L’annuncio, considerato di portata storica, mira a cancellare un’ostilità cominciata nei primi anni ’80,quando il padre dell’attuale presidente siriano, Hafez El Assad, si schierò a favore dell’allora nuovo regime iraniano guidato dall’Ayatollah Khomeini nella guerra contro l’Iraq.

Le difficoltà di rapporti erano continuate anche dopo l’invasione del territorio iracheno da parte delle forze della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, nel marzo 2003, per far cadere Saddam Hussein, anche perchè le forze filoamericane in Iraq avevano condiviso l’accusa di Washington alla Siria di favorire il transito di combattenti sunniti che entravano dal suo territorio in Iraq per combattere americani e fornire appoggio ai residuali gruppi pro-Saddam. Gli ultimi rovesci elettorali del partito repubblicano in America e le esortazioni pressanti anche del primo ministro britannico Tony Blair a riconsiderare l’ipotesi di un dialogo con Siria e Iran perchè collaborino a riportare pace e stabilità nel tormentato scacchiere iracheno hanno però determinato un nuovo atteggiamento che ha avuto per riflesso anche una migliore comprensione tra Damasco e Baghdad.

E’ difficile prevedere se la nuova intesa annunciata oggi possa realmente contribuire a riportare la calma nei rapporti molto tesi tra etnie e gruppi religiosi in contesa per il potere in Iraq, che ogni giorno vivono l’angoscia e la brutalità di attentati e attacchi mortali con decine di vittime. Zebari ha affermato che ora Baghdad e Damasco coopereranno in materia di sicurezza e presto esperti dei due paesi avranno incontri su questo tema. Uno degli aspetti auspicati è il graduale ritiro delle forze americane dall’Iraq, ha detto al Muallem, precisando che non si tratta di una richiesta semplicemente siriana: ‘’è ciò che vogliono gli insorti (iracheni), e la Siria sa che un passo chiave per raggiungere la stabilità è calmare gli insorti e non sconfiggerli, come indicato da Bush e dai suoi alleati”. Ora si aspetta che la nuova collaborazione tra Siria e Iraq aggiunga un fiore all’occhiello: una annunciata eventuale presenza del presidente siriano Bashar El Assad a Teheran in occasione della visita sabato in Iran del presidente iracheno Jalal Talabani. In proposito, ha precisato però Zebari, “c’è stata un’incomprensione da parte della stampa”, perchè l’ invito del presidente Ahmadinejad a Talabani è una cosa, e la visita di Assad è un’altra. Anche se non si può esserne così sicuri, data l’esperienza della grande flessibilità delle verità mediorientali. Misna