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IRAQ, SADDAM HUSSEIN IMPICCATO ALL’ALBA; Il VATICANO: NOTIZIA TRAGICA

L’ex rais iracheno Saddam Hussein è stato impiccato all’alba (pochi minuti prima delle 6, ora di Baghdad, le 4 in Italia). L’esecuzione, avvenuta nel giorno in cui i sunniti (ma non gli sciiti che la fanno slittare di un giorno) festeggiano il grande evento della festa del sacrificio Al Eid Al kabir, la festa grande, ossia la festa del sacrificio, durante la quale si sacrificano i montoni, in ricordo del sacrificio di Isacco, è stata annunciata dalla tv irachena al Hurrah ((sponsorizzata dagli Stati Uniti). Saddam era stato condannato a morte per il massacro nel 1982 di 148 uomini e ragazzi sciiti.

Prima di morire Saddam Hussein avrebbe esortato gli iracheni a “restare uniti”, ha detto all’Afp il giudice Mounir Haddad presente all’esecuzione. Secondo varie fonti, il decesso dell’ex-presidente iaracheno è stato “rapido”. La notizia della morte di Saddam è stata seguita accolto con scene di giubilo, in alcuni quartieri di Baghdad, e con rabbia in altre. A Tikrit, città natale del Rais, le autorità hanno deciso di imporre quattro giorni di coprifuoco, ma con le prime luci del giorno in molti si sono riversati in strada e si teme che la situazioni degeneri nel corso della giornata. Violenti disordini sono già in corso, invece, a Falluja dove a migliaia stanno protestando contro l’esecuzione. Un’autobomba è esplosa in un mercato della città sciita di Kufa, nell’Iraq meridionale e ci sono molte vittime, forse una trentina.

“Una notizia tragica”: così padre Federico Lombardi, il direttore della Sala Stampa Vaticana ha commentato la notizia dell’uccisione dell’ex-presidente Saddam Hussein ai microfoni di Radiovaticana. “C’é il rischio che alimenti lo spirito di vendetta e semini nuova violenza” ha aggiunto padre Lombardi. Qualsiasi uccisione è “motivo di tristezza anche quando si tratta di una persona che si è resa colpevole di gravi delitti. La posizione della Chiesa cattolica, contraria alla pena di morte è stata più volte ribadita. L’uccisione del colpevole non è la via per ricostruire la giustizia e riconciliare la società” ha ricordato il direttore della Sala Stampa. “In questo tempo oscuro della vita del popolo iracheno – ha proseguito padre Federico Lombardi – non si può che auspicare che tutti i responsabili facciano veramente ogni sforzo perché in una situazione drammatica si aprano infine spiragli di riconciliazione e di pace”.(Fonte: Misna)

Saddam Hussein, la parabola di un dittatore