Toscana

IRAQ, RINVIATO PROCESSO SADDAM, A BAGHDAD ANCORA VIOLENZE

È di almeno tre morti e una ventina di feriti il bilancio provvisorio odierno della violenza in Iraq. Due delle vittime – un giudice che collaborava con gli apparati anti-terroristici iracheni e una interprete al servizio dell’esercito Usa – sono rimaste uccise in attentati nella capitale, che hanno provocato anche molti feriti; la terza è un professore universitario di Bassora, nel sud del Paese, dove sconosciuti gli hanno sparato all’uscita dall’ateneo. Le autorità irachene hanno inoltre reso noto oggi che 16 cadaveri sono stati ritrovati ieri nelle strade di Baghdad, almeno la metà nel quartiere sciita di Sadr City; tutti, viste le modalità, sarebbero stati vittime di esecuzioni.

Questa mattina è ripreso il processo contro l’ex rais iracheno Saddam Hussein per l’uccisione, nel 1980, nel villaggio di Doujail, di 148 persone in rappresaglia per un attentato nei suoi confronti. Il presidente del tribunale ha interrotto l’udienza, rinviando il processo a data da destinarsi, dopo che Hussein, interrogato dal pubblico ministero, ha lanciato pesanti attacchi contro l’attuale ministero dell’Interno di Baghdad, accusandolo di essere il responsabile dell’uccisione e della tortura di migliaia di iracheni.

L’ex rais sarà chiamato prossimamente a rispondere, in un secondo processo per genocidio, anche dell’uccisione, della sepoltura in fosse comuni e della deportazione tra il 1986 e il 1989 di circa 180.000 cittadini kurdi. Infine, sempre oggi il quotidiano libanese ‘an Nahar’, citando fonti diplomatiche del Cairo, ha scritto che dallo scorso marzo sarebbero in corso riunioni tra i responsabili dei servizi segreti di Arabia Saudita, Bahrein, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Kuwait e Turchia con il fine di “coordinare le strategie dei loro governi” in caso di guerra civile in Iraq. Dalle riunioni, che ancora si svolgerebbero, sarebbero stati appositamente tenuti fuori Iran e Siria, considerati Paesi “parte del problema e non della soluzione”. Misna