Toscana

IRAQ, RILASCIATI CIRCA 600 DETENUTI, PROSEGUONO VIOLENZE

Sono stati rilasciati oggi 594 detenuti da varie prigioni statunitensi e irachene nel paese, inclusa quella di Abu Ghraib alla periferia di Bagdad: il primo ministro sciita Nouri al-Maliki ha così mantenuto fede alla promessa di ieri per favorire la riconciliazione nazionale e placare le accuse della minoranza sunnita di presunti arresti casuali e maltrattamenti ai prigionieri. Dal provvedimento sono stati esclusi i fedeli dell’ex-rais Saddam Hussein e del suo partito Baath e “terroristi le cui mane si sono macchiate del sangue del popolo iracheni”; i prigionieri nelle carceri americane e governative senza prove evidenti delle accuse a loro carico “verranno rilasciati per dare gioia e speranza a ogni detenuto e a ogni persona oppressa in questo paese” ha detto Omar al-Jubori, esponente del Partito islamico iracheno – la più grande rappresentanza sunnita nella coalizione del governo di al-Maliki – aggiungendo che le scarcerazioni avverranno a gruppi di 500 e che in totale potrebbero essere scarcerati 14.000 prigionieri. Secondo cifre diffuse lo scorso mese dall’Onu, sono 28.700 i detenuti in Iraq, 5.000 dei quali trattenuti dal ministero dell’Interno che potrebbe invece detenere sospetti solo per un breve periodo. Proprio le milizie di questo dicastero sono sospettate di essere responsabili del rapimento di lunedì scorso di 50 iracheni, 15 dei quali sono stati rilasciati oggi e – ha riferito la polizia – mostravano evidenti segni di tortura.

Le violenze intanto non si arrestano: almeno 27 persone tra ieri notte e oggi sono state uccise e oltre 50 ferite in diversi attacchi in varie zone del paese, mentre nella capitale sono stati trovati i corpi di sei persone assassinate, tra cui due donne. Al-Maliki ha più volte denunciato i militanti di danneggiare il processo politico con la recente ondata di violenze che è seguita alla sua nomina due settimane fa. Ciò nonostante, ha annunciato che entro 18 mesi rileverà dalle forze guidate dagli Stati Uniti il controllo della sicurezza nel paese e già a partire dalla fine dell’anno in quattro province meridionali. Intanto, il ministro italiano degli Esteri italiano Massimo D’Alema, in visita nel paese, ha confermato al governo di Baghdad l’intenzione di ritirare i soldati italiani entro la fine dell’anno. “Questo ritiro – ha precisato il suo omologo iracheno Hoshyar Zebari – avverrà in maniera graduale a partire dalla fine di questo mese”.Misna