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Iraq: rapporto Onu, «Is tortura, crocifigge e decapita bambini delle minoranze»
Torture sistematiche, violenze e abusi: è quanto emerge da un rapporto dell'Onu pubblicato a Ginevra che denuncia il rapimento, da parte dei miliziani dell'Is, di bambini iracheni, soprattutto yazidi e cristiani, che vengono poi rivenduti come schiavi del sesso. Le violenze arrivano in molti casi alla crocifissione, alla decapitazione e a «essere sepolti vivi».
Il rapporto redatto dal Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia mostra come i minori vengono, fin da piccoli, addestrati a combattere, obbligati a lavorare nella fabbricazione di bombe e usati dai jihadisti come «carne da macello», veri e propri scudi umani, a protezione delle strutture dei terroristi dai raid della coalizione. Ci sarebbero anche dei video comprovanti l’impiego di bambini con disabilità mentali come kamikaze. Il Comitato si appella al Governo iracheno perché «prenda tutte le necessarie iniziative per assicurare la sicurezza e la protezione dei bambini e delle loro famiglie».
La portata del problema è enorme», afferma a Reuters Renate Winter, una dei 18 membri della Commissione Onu che ha redatto il report. «Siamo profondamente preoccupati per la tortura e l’uccisione di quei bambini, in particolare quelli appartenenti a minoranze, ma non solo», ha aggiunto.
Per Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, «La notizia di bambini torturati, sottoposti a crocifissioni, sepolti vivi contenute nel rapporto Rapporto Onu pubblicato oggi a Ginevra sono evidenze di fatti che denunciamo e denuncio da mesi e che trovano oggi un definitivo, crudele, fondamento». «La questione centrale – avverte – non sta nel continuare ad alimentare una guerra atroce che sembra non avere soluzione di continuità ma piuttosto nell’impegnarsi concretamente con iniziative politiche e pacifiche da parte della comunità internazionale» a partire dal conflitto siriano che «solo nel mese di gennaio ha prodotto oltre 2.000 morti innocenti e oltre 3,5 milioni di profughi nei Paesi limitrofi di cui oltre un milione nel solo Libano che vive un momento di grande instabilità». «La metà di questi numeri sono bambini indifesi che vivono un calvario senza tempo». Di qui l’auspicio che il rapporto odierno «faccia risvegliare un sentimento d’indignazione globale verso gesta sanguinarie perpetrate ai danni dei bambini che vanno sempre e ovunque protetti e invece sono vittime dell’odio non solo in Medio Oriente». «Non possiamo svegliarci come sempre in ritardo – conclude – e ripetere poi a noi stessi ‘Dove eravamo?’ dopo questa, ennesima (tra le tante già avvenute) strage degli innocenti del nuovo millennio. Basta sangue».