Sarebbero almeno 14 le vittime del raid aereo compiuto dall’esercito americano sulla città di Fallujah, a ovest di Baghdad, autorizzato dal primo ministro iracheno Iyad Allawi. Secondo testimonianze e fonti ospedaliere locali, tra i morti vi sarebbero anche donne e bambini; almeno tre persone sono rimaste ferite. Gli Usa anche se il comando militare statunitense non ha fornito dettagli hanno reso noto che l’obiettivo dell’attacco erano i nascondigli degli uomini del giordano Abu Musab al-Zarqawi, considerato l’uomo di al-Qaida in Iraq. I militari statunitensi sostengono che almeno 25 miliziani legati al terrorista si sarebbero trovati in città prima dell’attacco, in una zona già bombardata la notte precedente. L’ufficio del primo ministro iracheno che dallo scorso 28 giugno esercita la sovranità al posto dalla Coalizione provvisoria americana ha fatto sapere che sabato erano avvenute consultazioni tra il capo del governo di Baghdad e le forze Usa sul possibile raid aereo, secondo quanto previsto anche dalla recente nuova risoluzione delle Nazioni Unite. Decine di abitanti di Falluja hanno protestato contro l’ennesimo attacco sulla cittadina, considerata la roccaforte della resistenza anti-americana, che già in passato avevano provocato vittime tra la popolazione locale. Allawi ieri ha anche revocato il divieto di pubblicazioni del periodico Al Hawza al-Natiqa’, il giornale del leader sciita Motqada al Sadr chiuso il 28 marzo scorso su ordine dell’allora pro-console statunitense Paul Bremer. Il provvedimento venne preso a preteso da al Sadr per armare i suoi uomini e lanciare attacchi contro le truppe internazionali di occupazione, che coinvolse anche i soldati italiani a Nassiriya. “Sono certo ha detto il primo ministro iracheno che la decisione di riaprire il giornale apra la strada a tutti i movimenti che vogliono partecipare alla marcia dell’Iraq verso la democrazia”. A Kirkuk, la principale città del nord del Paese dove si esporta il greggio, due arabi e due curdi sono stati rapiti negli ultimi giorni; secondo diverse fonti si tratterebbe di una sorta di faida tra le due comunità, in lotta per il controllo delle risorse petrolifere. Misna