Toscana

IRAQ: PAPA, INCORAGGIAMENTO PER ELEZIONI E TOLLERANZA, RICORSO ALLA FORZA SOLO COME «ULTIMA RISORSA»

Un “incoraggiamento” a proseguire sulla via delle elezioni e della “tolleranza” tra le religioni, utilizzando il ricorso alla forza “solo come ultima risorsa”. A rivolgerlo è stato oggi il Papa, che ha ricevuto in udienza il nuovo ambasciatore della Repubblica dell’Iraq presso la Santa Sede, Albert Edward Ismail Yelda, in occasione della presentazione delle lettere credenziali. “L’Iraq – ha detto Giovanni Paolo II – è attualmente alle prese con il difficile processo di transizione da un regime totalitario alla formazione di uno Stato democratico in cui la dignità di ogni persona sia rispettata e tutti i cittadini godano di uguali diritti”. Ma “l’autentica democrazia è possibile solo in uno Stato governato dalla legge”, è l’ammonimento del Papa: “Mentre lei prepara il suo popolo ad intraprendere il compito di eleggere liberamente gli uomini e le donne che guideranno l’Iraq di domani – ha detto il Pontefice al primo ambasciatore nominato dal governo Allawi – incoraggio l’attuale governo nei suoi sforzi per assicurare che queste elezioni siano imparziali e trasparenti, dando a tutti i cittadini eleggibili uguali opportunità in questo diritto democratico che essi sono incoraggiati ad esercitare”. “Povertà, disoccupazione e violenza”: queste per il Pontefice le “sfide” più urgenti che l’Iraq deve affrontare, sedando “dispute e conflitti attraverso il dialogo e la negoziazione” e “ricorrendo alla forza militare solo come unica risorsa”.

“Promuovere reciproca comprensione e tolleranza tra i vari gruppi etnici e religiosi” è l’altro compito affidato all’Iraq dal Papa, che ha rinnovato la sua “crescente preoccupazione per le molte vittime del terrorismo e della violenza”. “Prego che essi vengano risparmiati da ulteriori sofferenze – ha detto Giovanni Paolo II all’inizio del suo discorso al nuovo ambasciatore iracheno – e che ricevano l’assistenza di cui hanno bisogno dalle organizzazioni umanitarie”. Partendo dalla necessità di “una chiara distinzione tra gli ambiti civile e religioso, con vicendevole rispetto ed in completa libertà di coscienza”, il Santo Padre ha espresso inoltre la “speranza” che “il popolo iracheno continui a promuovere la sua lunga tradizione di tolleranza, riconoscendo sempre il diritto alla libertà di culto e all’istruzione religiosa”.

Se “protetti dalla legislazione ordinaria”, ha puntualizzato il Papa, tali “diritti fondamentali” possono “diventare una parte durevole” della società, poiché “mettono in condizione tutti i cittadini, indipendentemente dal loro credo religioso, di offrire il loro specifico contributo alla costruzione dell’Iraq”. Solo in questo modo il Paese “può esprimere le convinzioni religiose profondamente radicate in tutti i suoi abitanti, attraverso la reazione di una società che sia veramente morale e giusta”, ha affermato il Santo Padre, assicurando che “l’intera Chiesa cattolica, e in modo speciale i cristiani caldei presenti nel vostro Paese fin dai tempi degli apostoli, è impegnata ad essere a fianco del vostro popolo nella costruzione di una nazione più pacifica e stabile”. Sir