Mons. Fernando Filoni, nunzio apostolico a Baghdad non ha soluzioni ottimiste in mano. Ma la situazione complicata e il dramma degli ostaggi, sottolinea in un’intervista concessa ad AsiaNews, non deve far dimenticare il dramma di tutta la popolazione irachena. La Chiesa irakena, amica di sciiti e sanniti, potrebbe svolgere una funzione di mediazione per il rilascio degli ostaggi. Ma in questo momento non si capisce chi può essere l’interlocutore. Per trattare prosegue il nunzio – bisogna sapere chi è il responsabile e chi sono le parti, altrimenti è impossibile ogni trattativa. La Chiesa può svolgere il ruolo di mediatore ma dipende da chi detiene gli ostaggi, se ha interesse a trattare o no. E’ tutto molto difficile. In questo momento non vedo alcuna soluzione ottimistica; non abbiamo soluzioni magiche. Cerchiamo di vivere nello spirito della Chiesa, quello spirito per cui siamo qui, di aiuto e di servizio al popolo iracheno. A noi interessa portare qui la pace e la convivenza fra questo popolo. Per mons. Filoni Diversi capi sunniti e sciiti sono contrari a questa forma di guerra, che consiste nel rapire degli ostaggi e nel vendicarsi su di loro, ma il problema viene da coloro che qui non apprezzano quel che è successo da un anno a questa parte, e fanno resistenza. Essi si oppongono a tutto ciò che facilita una normalizzazione nuova. Tale normalizzazione non ha tenuto in considerazione e ha travolto militarmente le realtà del passato.A proposito della situazione dei cristiani in Iraq, molti dei quali erano fuggiti durante il conflitto verso il nord del paese, mons. Filoni osserva che quelli che possono ritornare ai loro paesi di origine, vi ritornano. Lo hanno fatto anche al tempo della guerra. Subito dopo la guerra sono rientrati in città e alle proprie case. In un clima di tensione e difficoltà, chi non ha impegni particolari, torna al proprio villaggio, dove vi è una calma maggiore. Comunque le celebrazioni religiose pasquali, seppur spostate tutte al pomeriggio, sono state possibili. Sul piano caritativo e assistenziale Chiesa cattolica e la Nunziatura hanno portato aiuti umanitari alla popolazione civile della città assediata di Falluja. I cristiani davanti all’assedio di Falluja racconta il nunzio nell’intervista – si sono posti il problema di cosa fare. E anche i musulmani se lo sono posto. Abbiamo pensato opportuno intervenire con gli aiuti umanitari, abbiamo raccolto parecchi viveri, alimentari e medicinali, e li abbiamo trasportati a Falluja. Insieme al vescovo mons. Warduni (caldeo cattolico ndr), vi era un imam sciita ed un capo religioso sunnita. La gente è stata molto contenta di non essere stata abbandonata. La città praticamente era semivuota.