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IRAQ, «FUOCO AMICO» SU CONVOGLIO DI CURDI

Il primo cargo americano è atterrato all’aeroporto di Baghdad che dovrebbe quindi essere stato effettivamente sottratto al controllo iracheno dopo una dura battaglia nel fine settimana. E l’assedio di Baghdad, martellata ancora per tutta la notte da un intenso bombardamento, si sarebbe fatto più stretto mentre sia a Bassora sia a Karbala le truppe anglo-americane avrebbero conquistato posizioni decisive. Ma la giornata di ieri sarà ricordata soprattutto come “la domenica del fuoco amico e del fuoco incrociato”. Diciotto curdi, che erano in marcia nel nord Iraq insieme a militari americani verso la città di Diberjan, recentemente sottratta agli iracheni, sono stati uccisi da una bomba sganciata da un caccia statunitense.

L’incredibile, tragica vicenda è accaduta 50 chilometri a sud-est di Mossul. Tra le vittime, anche un interprete locale della Bbc. Sono rimaste ferite 48 persone, inclusi il fratello minore e un figlio del leader curdo Massud Barzani. Schegge hanno raggiunto John Simpson, illustre inviato di guerra della Bbc, che comunque ha raccontato l’accaduto in corrispondenze radiofoniche, televisive e scritte. I morti sarebbero 18, tra cui tre militari americani.

Le notizie provenienti da Diberjan si sono intrecciate per ore, e fino a notte inoltrata, con quelle relative al “fuoco incrociato” , americano e iracheno, che aveva fatto quattro o cinque feriti sulle auto di un convoglio diplomatico russo che stava lasciando Baghdad. Secondo un giornalista russo che viaggiava su uno dei veicoli in compagnia di altre due dozzine di persone, le pallottole estratte dalle ferite di uno dei colpiti sarebbero quelle tipiche delle armi dei marines.

Per Condoleeza Rice – la consigliera di Bush attesa oggi a Mosca in una missione di ricucitura dei rapporti con Washington, dopo le opposte posizioni assunte sulla guerra dalla Russia – il “fuoco incrociato” che ha colpito i diplomatici non sembra né di aiuto né di buon auspicio. Incontrando il presidente americano George W.Bush in Irlanda, sia pur in segreto e in privato, forse anche il primo ministro britannico Tony Blair dovrà discutere del “fuoco amico” che ha ucciso e ferito numerosi militari e civili britannici.

In Gran Bretagna, la ditta che produce bandiere per le truppe inviate in Iraq, ha dovuto intensificare la produzione: i militari britannici hanno chiesto di poterne mettere ovunque nella speranza di essere riconosciuti per tempo. Un “drone”, ovvero un velivolo da ricognizione senza pilota, continua a girare sulla capitale senza sosta da ore mentre comincia ad albeggiare. Le sue riprese sarebbero propedeutiche all’ingresso di truppe anglo-americane in città, anche per i futuri eventuali combattimenti “porta a porta”.Misna