Toscana

IRAQ, DOPO CINQUE ANNI DI GUERRA, SITUAZIONE UMANITARIA TRA LE PIU’ GRAVI DEL MONDO

“Cinque anni dopo l’inizio della guerra in Iraq, la situazione umanitaria nella maggior parte del paese resta una delle più gravi del mondo. A causa del conflitto, milioni di iracheni hanno difficilmente accesso all’acqua potabile, a strutture e cure sanitarie. La crisi attuale è esacerbata dagli effetti prolungati dei conflitti armati precedenti e di anni di sanzioni economiche”: inizia così il rapporto di otto pagine diffuso oggi dal Comitato internazionale della Croce Rossa (Icrc) intitolato “Iraq: non rallenta la crisi umanitaria”. Nello studio, la Croce Rossa, probabilmente la principale organizzazione umanitaria attiva negli ultimi cinque anni di conflitto iracheno, sottolinea come “malgrado leggeri miglioramenti osservati sul piano della sicurezza in alcune regioni, la violenza armata continua tutti giorni a causare effetti disastrosi”. I civili sono spesso oggetto deliberato delle violenze, in aperta violazione al diritto internazionale, e la maggior parte delle famiglie del paese conta almeno un parente malato, ferito, scomparso, ucciso o profugo a causa della guerra. “La migliore sicurezza di alcune aree non deve distogliere l’attenzione dal lamento costante di milioni di persone sostanzialmente abbandonate al loro destino” ha detto il capo delle operazioni di Icrc per il Medio Oriente e il Nord Africa, Beatrice Megevand Roggo, commentando il rapporto. Oltre alla violenza è il pessimo stato delle infrastrutture a influire maggiormente sulla vita della gente comune: strutture sanitarie prive di medicinali e personale specializzato, mancanza di acqua potabile (o disponibilità di acqua di pessima qualità), assenza di corrente elettrica. “Elementi su cui ci si dovrebbe concentrare di più se si vuole evitare una crisi di proporzioni ancora peggiori” ha aggiunto la signora Roggo. Sulla base dei parametri internazionali usati per definire le condizioni di vita, gli iracheni, cittadini di un Paese che fu tra i più ricchi e sviluppati dell’area, rischiano ogni anno di più di ammalarsi e morire per malattie tipiche di uno stato di povertà e abbandono; malattie che, prima dell’invasione statunitense, erano curabili in pochi giorni o del tutto prevenibili.Misna