Toscana

IRAQ, DIRITTI UMANI, IN DUE MESI 2.500 MORTI E 85.000 SFOLLATI

Quasi 2.500 vittime e oltre 85.000 civili costretti ad abbandonare le proprie case: è il bilancio delle violenze in Iraq nei mesi di marzo e aprile secondo gli esperti della missione di assistenza dell’Onu nel paese. Il quadro dei diritti umani – sistematicamente violati anche dopo la caduta di Saddam Hussein nell’aprile 2003 – ha segnato un continuo peggioramento, in particolare in seguito all’attentato alla moschea sciita di Samarra, che ha scatenato scontri settari su larga scala. “Il risultato di una violenza diffusa è che gli iracheni continuano a fuggire dalle proprie zone di residenza, sia in modo volontario che per le violenze o le minacce di insorti, miliziani e altri gruppi armati” si legge nel rapporto presentato oggi. Nel documento si denuncia inoltre che il numero di detenuti “continua a essere troppo alto”, con 15.387 prigionieri nelle mani del contingente multinazionale e oltre 7.700 affidati al ministero della giustizia, cui se ne aggiungono altri cinquemila detenuti gestiti dal ministero dell’Interno. Le loro condizioni, scrivono gli esperti Onu, “non sono generalmente in linea con gli standard internazionali di diritti umani”.

Le carceri e i centri di detenzione “sono spesso sovraffollati (con detenuti in attesa di processo insieme ai condannati), e spesso mancano cibo, igiene e assistenza sanitaria”. Secondo il rapporto, persistono lacune anche nel sistema giudiziario: “Le autorità giudiziarie non sembrano capaci di esercitare il loro potere in modo indipendente o effettivo”. Misna