Toscana

IRAQ, ANNAN: «BASTA CON LA VIOLENZA, CHI VUOLE LA PACE SI FACCIA SENTIRE»

“Basta con la violenza in Iraq, è bene che chi preferisce il dialogo faccia sentire la propria voce”: è questo l’appello lanciato ieri a tutte le parti coinvolte nel conflitto iracheno dal segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, il quale ha anche elogiato il lavoro dell’inviato speciale Lakhdar Brahimi. “Ci vuole coraggio e una ferrea determinazione per lavorare a favore della pace in un mondo violento” ha detto Annan riferendosi a Brahimi, aggiungendo che il piano messo a punto dal suo collaboratore e esposto ieri al Consiglio di Sicurezza è “estremamente serio”. Brahimi aveva chiesto e ottenuto dal Consiglio un’accelerazione alla transizione, suggerendo che il nuovo governo iracheno dovrebbe essere scelto con un mese di anticipo sulla data prevista per il passaggio dei poteri il 30 giugno. Un margine di tempo necessario a dare alla nuova squadra (di tecnici, non di politici) il tempo di definire i margini delle sue competenze e della maniera in cui interagire con la Coalizione e con le autorità militari che continueranno a garantire la sicurezza.

“Tutti vogliono vedere la fine dell’occupazione” ha aggiunto Annan “tutti vogliamo la pace in Iraq. In qualche modo dobbiamo arrivare dalla situazione attuale a quella che vogliamo e personalmente ritengo che il piano proposto sia la maniera giusta”. Per arrivare a questo però, secondo Annan, chi preferisce la moderazione deve far sentire la propria voce: “Non c’è niente di vigliacco o di leggero in questa posizione”. La violenta azione militare “da parte di una potenza occupante contro gli abitanti di un paese occupato può solo peggiorare la situazione” ha detto Annan facendo riferimento ai massicci attacchi lanciati contro le città di Falluja e Najaf nelle ultime 48 ore dalle forze statunitensi di stanza in Iraq. Soprattutto Falluja oggi ha vissuto un’altra giornata di intensissimi combattimenti con le forze Usa che hanno lanciato un attacco coordinato terra-aria sulla città assediata da giorni.

Mentre il presidente George W. Bush insisteva che verrà fatto di tutto “per rendere sicura la città” le televisioni arabe e internazionali hanno mostrato scontri a fuoco e colonne di fumo innalzarsi al cielo. Fonti militari americane, che stamani parlavano di un attacco “difensivo”, in serata hanno confermato che ci sono ancora operazioni militari in corso nella città sunnita a nord ovest di Baghdad, senza fornire dettagli sul numero dei marines impiegati o si quello dei civili iracheni rimasti uccisi. l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, in una nota diffusa oggi, ha denunciato con forza come la situazione a Falluja e nel resto dell’Iraq ostacoli gli sforzi per portare aiuti alla popolazione. Misna