Toscana

IRAQ, ANCORA ATTACCHI CONTRO CIVILI, PROROGATA PRESENZA FORZA MULTINAZIONALE

Otto persone, tra cui sei poliziotti, sono state uccise oggi in diversi attacchi, mentre le forze statunitensi hanno annunciato di avere eliminato altri otto “terroristi” presunti membri di al-Quaeda e due donne in scontri a nord di Baghdad. L’ennesima giornata di sangue in Iraq si è aperta con lo scoppio di un’autobomba a Thartar, vicino Samarra (un centinaio di chilometri a nord della capitale), innescata da un gruppo di uomini armati che in seguito hanno temporaneamente occupato la locale stazione della polizia; sei gli agenti morti e 4 i feriti nell’esplosione. Gli aggressori hanno lasciato nel giorno di un’ora la zona dove è stato poi decretato un coprifuoco.

Nei pressi di Baquba, i soldati americani hanno invece lanciato un’offensiva contro un supposto covo di terroristi che – si legge in un comunicato ufficiale – “a causa dell’intenso sbarramento di fuoco dei ribelli” ha richiesto l’appoggio di velivoli militari “per neutralizzare la minaccia”. Sotto le macerie dell’edificio abbattuto, oltre ai cadaveri di otto “insurgents” sono stati ritrovati anche quelli di due donne; già ieri cinque bambine erano state uccise nel bombardamento di una casa nella località occidentale di Ramadi.

Altri due civili sono morti e cinque sono rimasti feriti sempre questa mattina per la deflagrazione di un ordigno collocato nelle vicinanze di una stazione degli autobus a Baghdad; secondo fonti della sicurezza irachene, l’obiettivo sarebbe stata una pattuglia di poliziotti. Nella capitale un gruppo di miliziani ha anche aperto il fuoco contro il ministero della Sanità, gestito dalla fazione radicale sciita di Moqtada al-SadrBadie Aref, è stato arrestato per “insulti alla corte” nel corso dell’udienza che vede l’ex-raìs imputato insieme ad altre sei persone per la strage di 180.000 curdi negli anni ’80.

Le nuove violenze avvengono a poche ore dalla decisione, da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, di estendere di un altro anno, a partire dal prossimo 31 dicembre, la presenza della forza multinazionale a guida americana presente nel paese con 160.000 soldati, come richiesto dal primo ministro iracheno Nouri al-Maliki. In un’intervista alla Cnn, l’ex-presidente americano Jimmy Carter ha dichiarato che “il piano originale per la invasione dell’Iraq, e tutte le sue conseguenze, possono essere considerate un grande errore…Il tempo mostrerà che si tratta, credo, di uno dei più gravi errori mai commessi da un presidente americano”.Misna