Toscana

IRAQ, ANCHE L’HONDURAS ANNUNCIA RITIRO TRUPPE

L’‘effetto-Zapatero’ ha prodotto il primo risultato: dopo l’annuncio del ritiro delle truppe spagnole dall’Iraq per volontà del neo-primo ministro José Luis Rodriguez Zapatero, anche l’Honduras ha deciso di abbandonare la coalizione guidata dagli Stati Uniti. Le conseguenze della defezione onduregna non sono solo pratiche – si tratta di oltre 350 militari – ma anche politiche: il rischio è ora una sorta di ‘effetto-domino’, come aveva prospettato il direttore generale dell’agenzia per la Difesa giapponese, Shigheru Ishiba. Nella notte il presidente dell’Honduras, Ricardo Maduro, ha annunciato alla televisione pubblica il ritiro “immediato e nel minor tempo possibile” dei 368 soldati attualmente sotto il comando spagnolo e concentrati nella zona di Najaf. “Ho dato indicazione al ministro della Difesa, Federico Breve, di eseguire l’ordine nel minor tempo possibile e garantendo la sicurezza delle nostre truppe” ha dichiarato il capo di Stato, aggiungendo che i soldati onduregni hanno “raggiunto gli obiettivi della missione che era stata loro assegnata”.

Fonti di Tegucigalpa riferiscono che il contingente – inviato a febbraio scorso – era stato attaccato almeno sei volte a colpi di mortaio, e un tenente era stato ferito in modo non grave. Venerdì scorso, il Commissario per i diritti umani in Honduras, Ramón Custodio, in una dichiarazione pubblica aveva raccomandato il “ritiro immediato delle truppe onduregne in Iraq per evitare avvenimenti di cui poi lamentarsi”.

Nel Paese arabo sono impegnati anche i soldati di altri Paesi dell’America latina (El Salvador e la Repubblica Dominicana), che per ora non sembrano intenzionati a togliere il loro sostegno militare agli Usa; anche Giappone, Australia e Filippine hanno garantito di rimanere, mentre la Thailandia ha cominciato a porre dei limiti alla missione. Misna