È stato raggiunto un accordo sul reintegro su base nazionale delle milizie e delle forze armate precedentemente fuori dal controllo dello Stato, lo ha annunciato oggi in un comunicato il primo ministro del governo ad interim iracheno, Iyad Allawi, il quale ha aggiunto che 100.000 miliziani rientreranno nella vita civile e faranno parte dei servizi di sicurezza dello Stato: esercito, polizia o servizio di sicurezza del governo curdo. Nella nota si legge che piani dettagliati, calendario e termini della transizione sono stati accettati da nove organizzazioni, tra cui i peshmerga’ curdi e le brigate Badr, ma non dalle milizie del Mehdi, gli uomini vicini al capo sciita radicale Moqtada Sadr. La Costituzione provvisoria irachena introdotta in marzo considera fuorilegge tutte le milizie armate, e oggi Allawi lo ha ribadito promettendo azioni dure nei loro confronti. Il premier ha inoltre fatto sapere che verrà presto promulgato un provvedimento di messa la bando contro miliziani che non accettano di deporre le armi e gruppi armati privati. Si resta intanto in attesa della risoluzione delle Nazioni Unite sulla transizione in Iraq, basata su una bozza proposta da Stati Uniti e Gran Bretagna, che secondo Washington potrebbe essere votata entro domani dal Consiglio di Sicurezza; ma oggi il ministro degli esteri russo Yuri Fedorov ha precisato che la Russia, pur accogliendo positivamente le nuove modifiche apportate alla prima stesura della bozza, non ha completamente sollevato le proprie riserve e che vi sono ancora punti da concordare. Tra le questioni è più delicate c’è la libertà di azione delle forze militari alleate rispetto al governo di transizione. Misna