Decine di arresti hanno seguito in queste ultime ore gli scontri di piazza in corso da ieri in diverse città del paese tra polizia e manifestanti provocando, secondo bilanci aggiornati delle tv di stato, tra gli otto e i 15 morti. Secondo i siti dell’opposizione tra gli arrestati ci sarebbero figure di spicco come i più stretti collaboratori della guida dell’opposizione Mir Hossein Moussavi e dell’ex-presidente riformista Mohammed Khatami, e Emadeddin Baghi, attivista per i diritti umani e giornalista. Nel pomeriggio di oggi – secondo le poche e confuse informazioni che filtrano dal paese – ci sono stati nuovi scontri nei quartieri occidentali di Teheran, mentre le stazioni della metropolitana, sono state chiuse per ordine delle forze di sicurezza. Confuse anche le notizie circa la morte di Seyyed Ali Moussavi, nipote della guida dell’opposizione ucciso da ignoti secondo le emittenti governative mentre alcuni siti dell’opposizione riferiscono di manifestazioni spontanee intorno all’ospedale in cui il giovane è stato trasportato d’urgenza, disperse dalla polizia con i gas lacrimogeni. L’agenzia di stampa ufficiale Irna ha reso noto che la salma è trattenuta per l’autopsia e l’inchiesta giudiziaria. Siti di informazione anti-governativi sostengono inoltre che l’intervento degli agenti ha causato vittime anche a Qom, Shiraz, Isfahan, Najafabad, Mashhad e Babol, ma nonostante i rilanci delle agenzie di stampa e dei quotidiani internazionali queste ricostruzioni sono difficili da verificare in modo indipendente. Preoccupazione per la violenza con cui sono state represse le manifestazioni coincise nel paese con le celebrazioni sciite dell’Ashura è stata espressa dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti mentre il cancelliere tedesco Angela Merkel ha definito inaccettabile l’intervento delle forze di sicurezza contro i manifestanti. In serata anche la Russia, vicina al governo di Teheran, ha chiesto moderazione per evitare una escalation del confronto interno.Misna