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IRAN, ATTENTATO SUICIDA PROVOCA 31 MORTI; TEHERAN ACCUSA GLI USA

Attentato suicida stamani in Iran, in una strada della città di Sarbaz, nella provincia del Sistan-Baluchistan, al confine con il Pakistan, dove abita una minoranza di Baluchi, minoranza sunnita in un Paese al 90 per cento di confessione sciita. E qui, stamani, era in programma un incontro per favorire la riconciliazione e superare le forti tensioni interreligiose. Il kamikaze, che ha ucciso 31 persone, ha preso di mira il convoglio di pasdaran e notabili etnici locali diretti alla riunione. Tra le vittime, cinque alti ufficiali dei pasdaran, il corpo di sicurezza nato all’indomani della rivoluzione del ’79 e posto direttamente sotto il comando della Guida suprema del Paese, l’ayatollah Ali Khamenei. Allarmante il quadro che si apre a livello internazionale. Ahmadinejad ha dichiarato che si è trattato di “un crimine perpetrato da agenti degli stranieri” e Larijani ha attribuito la responsabilità agli Stati Uniti, mentre dalla tv di Stato si sono levate accuse contro Londra. L’attacco, tuttavia, è stato rivendicato dal gruppo sunnita separatista Jundallah, che già in passato si è dichiarato responsabile di diversi attentati e rapimenti di agenti dei servizi di sicurezza. La strage più grave, prima di quella odierna, risale al febbraio del 2007, quando 11 pasdaran furono uccisi e una trentina rimasero feriti in un agguato contro l’autobus su cui viaggiavano. (Fonte: Radio Vaticana)