Toscana

Iran, appello del Papa. Forse 40 mila i morti per il terremoto

di Pietro Mariano Benni “Invito le Organizzazioni internazionali, e specialmente quelle caritative cattoliche, a venire incontro con generosità ai nostri fratelli e sorelle iraniani colpiti da così grave catastrofe.” Con queste parole pronunciate domenica 28 dicembre nell’introdurre la preghiera mariana dell’Angelus, Giovanni Paolo II ha sollecitato il mondo intero ad offrire piena solidarietà – “particolarmente sentita nel clima natalizio” ha sottolineato il Papa – ai sopravvissuti della storica città di Bam, quasi completamente distrutta dal sisma di venerdì scorso e a quelli del vicino centro, meno noto, di Baravat, dove stanno già operando anche gli italiani.

A Bam, mille chilometri a sud-est della capitale Teheran – sull’antica “Via della Seta” resa celebre da Marco Polo, vivevano 80mila persone; a Baravat erano 27mila. Trascorrono intanto un’altra notte all’addiaccio, con temperature sottozero, migliaia di sopravvissuti avvolti in coperte o rifugiati sotto le tende già allestite. Per far fronte alle prime urgenze e ai bisogni essenziali delle persone colpite dai devastanti effetti di questa calamità naturale, la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana (Cei) ha stanziato due milioni di Euro dai fondi derivanti dall’Otto per mille. L’apposito Comitato per gli interventi caritativi nei Paesi in via di sviluppo provvederà all’erogazione della somma, accogliendo le richieste che gli perverranno direttamente o sostenendo progetti di istituzioni ecclesiali, come la stessa Caritas, che operano in luogo, collaborando con la Chiesa locale.

Man mano che passano le ore si chiarisce e in sostanza si conferma il bilancio delle vittime dei danni. Nella tarda serata di domenica, le competenti autorità iraniane rendevano noto che più di 20mila vittime erano state già sepolte ma centinaia, forse migliaia di cadaveri erano ancora in attesa di essere inumati; il ministero degli Interni non ha escluso che il totale possa raggiungere i 40mila morti.

Tra le vittime c’è anche Iraj Bastam di 46 anni, un cantante molto noto in Iran per le sue numerose incisioni di musica tradizionale. Iraj viveva a Bam con la sua famiglia, scomparsa con lui. Sarebbero invece circa 12mila i feriti finora ricoverati o curati in diversi ospedali del Paese. I senzatetto supererebbero i 100mila. Un bilancio preciso di morti, feriti e sfollati, con cifre in ogni caso sconvolgenti, non è a quanto pare ancora possibile ma ieri sera appariva scoraggiante che sotto le macerie di Bam non fosse più possibile trovare sopravvissuti.

Il generale Mohammad Hejazi, coordinatore dei soccorsi, ha detto all’agenzia di stampa iraniana Mehr che il 95 per cento dei feriti e delle vittime è stato estratto dalle rovine di Bam anche se le ricerche nella ‘Cittadella’ (Arg-e Bam) si sono rivelate particolarmente difficili. Secondo Jasper Lund, un coordinatore dell’Onu per le emergenze umanitarie, sono tuttora al lavoro, alla ricerca di sopravvissuti, non meno di 20 squadre internazionali. Centinaia di aerei ed elicotteri (inclusi alcuni stranieri) hanno partecipato ieri alle operazioni di soccorso, trasportando feriti ma anche materiali di prima necessità, incluse le decine di tonnellate di medicinali inviate dagli Stati Uniti. Secondo un portavoce del Dipartimento di Stato americano e una fonte ufficiale iraniana, l’iniziativa di Washington non deve essere vista come una possibile modifica dei rapporti politici tra i due Paesi.

Gli Usa hanno incluso da tempo l’Iran tra i Paesi dell’ “asse del male” e l’Iran continua a ritenere ingiusta la politica statunitense. E’ stato invece ribadito il rifiuto di qualsiasi eventuale aiuto israeliano perché, secondo Moussavi Lari, ministro iraniano degli Interni, il governo di Israele è “illegittimo”, essendo solo una “forza di occupazione”, e non dimostra di essere davvero sensibile agli aiuti umanitari visto il modo in cui tratta i palestinesi. La solidarietà e il clima natalizio, pur garantendo i primi soccorsi – e si spera anche quelli necessari alla grande opera di ricostruzione successiva – richiederebbero molti “uomini di buona volontà” per poter fare di più. Misna

TERREMOTO IN IRAN, LE MISERICORDIE SI MOBILITANO

Dati tecnici sul terremoto (in ingl.)