Toscana
Ipab, il futuro è pubblico o nelle mani dei Comuni?
Che cosa prevede la legge regionale? Alcune Ipab si trasformerebbero in Aziende pubbliche di servizi alla persona (circa 30), mentre le altre sarebbe invece costrette a trasformarsi in persone giuridiche di diritto privato. Con quale criterio? Diventerebbero Asp le Ipab più grandi e associazioni di diritto privato quelle più piccole. Così si verrebbe a creare una disparità. Infatti solo la prima ipotesi consente l’affidamento diretto dei servizi alla persona da parte dei Comuni e delle Asl. Le altre dovrebbere mettersi sul «mercato», partecipando alle gare di appalto.
Su questa proposta di legge ci sono valutazioni e intendimenti opposti. Alcuni in particolare il Consiglio delle autonomie locali che ha bocciato la proposta di legge regionale vorrebbero che le Ipab divenissero «braccio operativo» dei Comuni. Altri vorrebbero invece un’autonomia istituzionale rappresentata dalla possibilità, per tutte, di trasformarsi in Aziende pubbliche di servizi alla persona. Altri ancora in particolare alcune forze politiche quali l’Udc vorrebbero che l’appartenenza ad un regime o all’altro fosse liberamente determinata dalle singole istituzioni e non vincolata a limiti (di valore di bilancio o del patrimonio) come prevede, invece, la proposta di legge presentata dalla Giunta regionale.
Insomma, questo cambio di rotta solleva molti dubbi. Il «sentimento» di appartenenza delle Ipab al regime pubblico, il loro radicamento nel territorio e il loro legame con la comunità locale ha nel tempo garantito la loro sopravvivenza. «È necessario un giusto equilibrio spiega il presidente dell’associazione regionale delle Ipab Romano Lenzi tra le prerogative della regione e dei comuni e l’autonomia delle nuove Aziende pubbliche di servizi alla persona. Se le Asp nasceranno gravate di controlli burocratici, prive di autonomia imprenditoriale, che le renda anche visibili per attrarre risorse con lasciti e donazioni, è prevedibile l’aumento dei costi che ricadranno inevitabilmente sulle famiglie o sui comuni». Costante è stata infatti la capacità di attrarre donazioni, testamenti e lasciti, che hanno costituito una risorsa per il finanziamento dei servizi sociali e che probabilmente verrebbero meno nel caso di privatizzazione.
«Esigenza fondamentale spiega Marco Carraresi, capogruppo Udc in Consiglio regionale è quella della tutela delle autonomie fondamentali che hanno consentito al sistema delle Ipab di crescere e svilupparsi nel tempo: l’autonomia statutaria, l’autonomia organizzativa e l’autonomia gestionale. Una condizione che può essere meglio garantita proprio mantenendo le ex Ipab in un regime di carattere pubblicistico». Secondo Angelo Passaleva, assessore regionale alle politiche sociali, «la nostra proposta riafferma con chiarezza la volontà di mantenere le finalità statutarie e la volontà dei soggetti fondatori di queste istituzioni, con piena libertà di scelta da parte delle Ipab sia pure sotto controllo degli enti locali». «Il nostro intento conclude Passaleva è quello di attualizzare, nel modo più rispettoso per tutti gli interessi in campo, pubblici e privati, le funzioni, le risorse e le competenze di organismi che vennero definiti a fine Ottocento con la legge Crispi».
Tra le Ipab toscane ve ne sono alcune circa 30 di rilevante importanza, disseminate in ogni provincia toscana. Tra queste: per la provincia di Firenze l’Istituto degli Innocenti (che ha addirittura rilevanza internazionale, come sede del Centro UNICEF per l’infanzia), l’ex Pia Casa di lavoro Montedomini, l’Opera Pia Vanni di Impruneta e la Casa di Riposo Martelli di Figline Valdarno; per la provincia di Arezzo la Casa di Riposo Fossombroni di Arezzo, la Casa di Riposo Masaccio di San Giovanni Valdarno, la Casa di Riposo di Montevarchi; per la provincia di Grosseto l’Istituto Falusi di Massa Marittima; per la provincia di Massa la Casa di Riposo Ascoli di Massa; per la provincia di Pisa la Casa di Riposo DeiCampana di San Miniato e gli Istituti di Ricoveri di Volterra; per la provincia di Siena la Casa di Riposo Campansi.
Uno speciale sulle Ipab (con molta documentazione legislativa)Uno speciale sulle Ipab (con molta documentazione legislativa)