Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«Io, catechista che prendo per mano gli adolescenti».

L’anno pastorale sta per cominciare e forse inizierò un nuovo cammino con il gruppo dei piccoli. Ma il mio pensiero oggi va ai ragazzi che ho accompagnato alla Cresima, dopo sette anni di catechismo.Abbiamo iniziato il nostro cammino che erano bambini, ed ecco che in un baleno, me li sono visti celebrare il sacramento della Cresima, ormai tutti più alti di me. Qualcuno è cresciuto più in fretta, altri sono rimasti più infantili, qualcuno ha già incontrato la sofferenza, altri vivono ancora in un mondo iperprotetto. Negli anni, a poco a poco ho intessuto un rapporto di sincera amicizia con le loro famiglie e anche nei genitori ho visto maturare un atteggiamento sempre più convinto di appartenenza alla Chiesa e alla nostra parrocchia in particolare.Uno dei momenti più belli è stato il ritiro dei due giorni prima della Cresima: il sabato sera dopo cena, durante la veglia intorno al fuoco in un bel prato, non smettevano più di parlare e di raccontare il loro vissuto. Lo facevano a loro modo: chi con timidezza e titubanza, chi con consapevolezza e maturità, ma tutti con la gioia di essere in un tempo in cui erano ascoltati. La domenica si sono uniti a noi fin dal mattino anche i genitori. Abbiamo avuto l’opportunità di riunirci intorno alla Parola di Dio e di confrontarsi: le coppie di genitori si sono sedute sul prato, al sole, con la Parola di Dio che li interrogava, li incoraggiava e con la quale si confrontavano. Non sono mancati momenti, non meno importanti, del gioco e dell’allegria e del pranzo per terminare con la celebrazione dell’Eucaristia, che ha chiuso nella lode quell’esperienza.Poi l’estate e ora mi aspetto di ritrovarli in parrocchia, magari con il gruppo giovani. Spesso mi chiedo che cosa sono stata capace di trasmettere loro, come mi sono fatta vicina durante il loro cammino, cosa sono stata in grado di insegnare e se sono stata una testimone credibile. A me è stato dato il compito di seminare il raccolto non sta a me. Penso che questi miei pensieri siano condivisi dai tanti catechisti che hanno gruppi di adolescenti. Certo è che ciò che caratterizza l’età dell’adolescenza è la ricerca di identità, la scoperta della propria vocazione, che si realizza dalla scelta della scuola superiore alla gestione della maggiore libertà, alla scelta di quali amici frequentare, fino alle contraddizioni e ai problemi inevitabili.Un’esigenza forte dei ragazzi è quella di dimostrare chi sono, ma poi vivono la difficoltà di essere se stessi e la frustrazione di non avere abbastanza fiducia nelle proprie capacità e nel non sentirsi accettati e capiti. Un’altra esigenza che i ragazzi mostrano è quella di non essere condizionati, ma al tempo stesso subiscono i condizionamenti della pubblicità, della moda, del gruppo e in queste profonde contraddizioni riuscire a ragionare con la propria testa e fare scelte responsabili non è facile. A noi tutti penso che il Signore chieda nei confronti degli adolescenti disponibilità, attenzione, ascolto, tanto amore e al tempo stesso la forza e il coraggio della verità. In fondo anche noi adulti siamo chiamati a crescere sempre!Ai miei ragazzi ho regalato una preghiera di Rudyard Kipling che mi pare riassuma bene questa breve riflessione: «Signore aiutami a non perdere tempo per metterlo a servizio della vita che mi dai. Dammi la forza di volontà per andare avanti nonostante le inevitabili sconfitte. Fammi capace di autocritica e di umiltà per vedere i miei sbagli e intuire come correggerli. Fa che sappia usare la testa e il cuore per capire dove sta la verità delle persone. Concedimi di credere nelle capacità che mi hai dato per distribuirle a piene mani. Spingimi a coinvolgermi nella vita e mettermi in relazione con gli altri. Ricordami che non sono solo al mondo e che c’è qualcuno che aspetta il mio aiuto».Isa Cini