Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Intervista al Vescovo di Arezzo in occasione della Pasqua 2007

Il colloquio personale col Papa, il travaglio dei giovani e il bullismo, la famiglia che non può frammentarsi, il lavoro che si fa sempre più incerto, la speranza di una Chiesa di qualità. Sono i temi toccati dal Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, monsignor Gualtiero Bassetti, in un’intervista a tutto campo in occasione della Pasqua. Il Vescovo è appena rientrato da Roma dove ha avuto un incontro di mezz’ora con Benedetto XVI. Un appuntamento dai contenuti riservati che ha fatto da preambolo alla visita «ad limina» dei Vescovi della Toscana in programma dal 16 al 21 aprile.Eccellenza, qual è il volto della diocesi che ha presentato al Papa?«Quello di una Chiesa in cammino che è aperta ai laici e ha un clero vicino alla gente. Al Papa ho spiegato che i nostri sacerdoti restano un punto di riferimento nonostante l’età e che la diocesi ha scommesso sulla promozione del laicato. Poi ho menzionato le molte attività di Caritas e le iniziative culturali con un accenno al nuovo istituto superiore di scienze religiose. E non ho tralasciato le comunicazioni sociali. Infine, ho ricordato l’attenzione della diocesi per la famiglia che è stata al centro di tre anni di piano pastorale».E avrà presentato anche la nostra provincia a Benedetto XVI?«Non ce n’è stato bisogno. Il Santo Padre mi ha detto di aver visto in televisione l’inaugurazione della mostra su Piero della Francesca. E l’ha definita un’iniziativa interessante e apprezzabile. Poi mi ha ricordato che, poco prima di essere eletto Papa, è passato da Arezzo per ammirare gli affreschi della Leggenda della Vera Croce. E non ha dimenticato La Verna: l’ha descritto come “il luogo della crocifissione di Francesco” e ha parlato di un “paesaggio mistico” che lo ha impressionato».Spostandoci all’aretino, qual è un bisogno impellente della nostra Chiesa?«La pastorale vocazionale. Molti giovani delle nostre parrocchie si pongono il problema della vocazione. Ma non basta una guida spirituale se la famiglia è contraria o gli ostacoli spuntano di continuo. C’è bisogno, invece, di creare una cultura favorevole alla vocazione in cui un giovane che sceglie di seguire il Signore sia aiuto da tutto il contesto ecclesiale».E un’emergenza della società aretina che la turba?«Sicuramente il disagio giovanile. I ragazzi sono inquieti e scontenti. E il loro vuoto interiore dà origine ai fenomeni di bullismo. Serve a poco gridare allo scandalo se in una scuola viene rotto un crocifisso o discutere se la croce sia una “suppellettile” o un “oggetto sacro”. Invece, dobbiamo cominciare a chiederci i motivi dei loro gesti. E dobbiamo aiutare i ragazzi a dare una risposta alle loro domande di senso. E’ più che mai necessario che la Chiesa, le istituzioni e la società civile facciano sinergia in nome dei nostri giovani. Perché non voglio più trovarmi a leggere di adolescenti che si tolgono la vita senza un motivo, come è accaduto di recente».Serve un cambio di mentalità.«Certo, i giovani non possono essere considerati soltanto un prodotto di consumo».Un ruolo chiave lo gioca la famiglia.«Insieme alla scuola, la famiglia è uno delle maggiori agenzie educative e ha il compito di trasmettere i valori. Ma lo può fare soltanto se è unita. Chi ha figli non può separarsi».Un tema a lei caro è quello del lavoro.«Nella nostra diocesi il mondo del lavoro è sempre più in bilico. E sono molto preoccupato. Troppe aziende stanno chiudendo i loro stabilimenti perché decidono di trasferirsi all’estero o perché non riescono a stare sul mercato. Il rischio è che nella provincia di Arezzo resti soltanto il terziario. Ma il terziario è sinonimo di consumo. E se qui non si produce, non ci sarà vera occupazione. Non si vive esclusivamente di servizi».Lei continua ad entrare nelle fabbriche.«Ho celebrato Messa in diverse aziende in questi giorni. Molti operai hanno paura. Il lavoro non è il tutto della vita ma è essenziale per permettere alla persona di realizzarsi. Per fortuna ci sono ancora imprenditori locali che considerano le famiglie dei loro dipendenti come le proprie e che si sobbarcano sacrifici pur di dare una prospettiva agli operai».Eccellenza, quale messaggio invita alla diocesi alla vigilia della Pasqua?«Nonostante le difficoltà, vedo un territorio che è capace di valorizzare il poco e il molto che ha fra le mani. Il cuore di Dio è più grande del nostro e continua a far soffiare su di noi la brezza soave dello Spirito che ci conduce verso lidi insperati. La Resurrezione di Cristo è la fonte della nostra speranza da cui attingere per arrivare ad un cristianesimo di qualità in cui i sacerdoti, i consacrati, i catechisti e i laici siano testimoni coraggiosi e aperti del messaggio liberante del Vangelo». Con il presente comunicato si annuncia anche che mercoledì 18 aprile 2007 è in programma un grande pellegrinaggio diocesano dal Papa in occasione della visita «ad limina» del Vescovo di Arezzo. L’intera diocesi parteciperà all’udienza generale di Benedetto XVI in piazza San Pietro insieme ai fedeli delle altre diocesi della Toscana. Il pellegrinaggio sarà presentato agli organi di informazione mercoledì 11 aprile, alle ore 12, nel salone del Palazzo Vescovile, in piazza Duomo ad Arezzo, dal Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, monsignor Gualtiero Bassetti.Nell’occasione il Vescovo invia alle testate giornalistiche, alle redazioni, ai giornalisti, ai collaboratori, ai telecineoperatori e alle loro famiglie i migliori auguri di una serena e luminosa Pasqua. L’ufficio stampadella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro