Toscana

Integrazione, identità, incontro. Approvato il «piano»

Il 1° giugno il Consiglio dei Ministri ha approvato Il Piano per l’integrazione nella sicurezza «Identità e incontro» che riassume la strategia del Governo, adottata alla luce Libro Bianco sul futuro del modello sociale, per percorsi di integrazione rivolti a immigrati.

Il documento presenta un analisi della presenza straniera in Italia e una serie di fragilità messe in luce anche dall’ultimo rapporto Istat. L’Istat registra un aumento della popolazione di +0,5% grazie alle migrazioni provenienti dall’estero, a cui corrisponde una crescita della quota di stranieri del 7% concentrati nel Centro Nord, e la crescita dei nati stranieri. Il rapporto evidenzia anche alcuni aspetti rilevanti al fine della programmazione: i cittadini stranieri sono impiegati in basse qualifiche, vi è una forte relazione con la comunità di origine stante il valore delle rimesse pari a 6 miliardi, da qui la sfida per una migliore integrazione che preveda anche l’eventuale supporto al reinserimento in patria.

L’Italia in questi anni  ha posto le basi per un modello basato su identità, incontro ed educazione dove ciascuno è responsabile nell’incontro con l’altro attraverso la capacità di comunicare se stessi.

Il documento approvato si pone come obiettivo di non subire più l’immigrazione ma di programmarla prevedendo  cinque assi di intervento: educazione e apprendimento: dalla lingua ai valori; lavoro, alloggio e governo del territorio, accesso ai servizi essenziali, minori e seconde generazioni.

La scuola è ritenuta il principale luogo di intervento si rilancia il tetto del 30% di alunni stranieri nelle classi per favorire l’integrazione attraverso la formazione linguistica e la conoscenza della costituzione attraverso l’educazione civica, richiamando con forza l’esigenza che la scuola dell’autonomia predisponga percorsi individualizzati sia di L2 che di cultura italiana. Per quanto riguarda il lavoro risulta centrale il ruolo delle ambasciate italiane all’estero impegnate a fornire una adeguata informazione e formazione lavorativa mirata all’inserimento nel tessuto sociale e non soltanto alla creazione di manodopera qualificata.

Per quanto riguarda i temi dell’alloggio si evidenzia la necessità di evitare la creazione di quartieri ghetto, mentre per quanto riguarda l’accesso ai servizi si auspica l’impiego di mediatori che permettano di favorire l’accesso ai servizi e il rapporto con la burocrazia. Un attenzione specifica è riservata ai minori e alle seconde generazioni per le quali si richiama l’importanza di richiamare la loro tradizione e i punti di contatto tra diverse culture.

Riteniamo che il documento sia stato ben congeniato ma risulta debole sulla fase di implementazione stante la mancanza di copertura finanziaria delle diverse misure indicate al fine di giungere all’integrazione della popolazione immigrata.

Il Piano nazionale per l’integrazione, si sostiene, dovrà partire dai risultati conseguiti nelle esperienze di successo finora maturate a livello territoriale, una sorta di buone prassi, per replicarle a livello nazionale, monitorandole costantemente e ottimizzando le risorse nazionali e comunitarie disponibili.

Verranno create delle banche dati in grado di fornire un quadro particolare del fenomeno rivolte alle diverse istituzioni coinvolte al fine di predisporre politiche coerenti.

Attraverso il Portale dell’integrazione, verrà facilitato l’accesso alle informazioni istituzionali per tutti gli attori che si occupano di politiche di integrazione, Ministeri, Regioni, Enti Locali, ma soprattutto i veri destinatari, gli immigrati.

Oltre quindi a non registrare risorse nuove assistiamo ad un taglio delle risorse messe a disposizione del territorio, la cronaca, infatti, registra la mancanza di risorse alle scuole, taglio dei docenti che attraverso la conprensenza permettevano di definire percorsi individualizzati, la mancanza di risorse per nuovi percorsi di formazione professionale, la difficoltà di interazione delle nostre ambasciate, rischiano di farlo rimanere un mero documento di intenti.