Pisa

Iniziazione cristiana, la «ricetta» di Pontedera

Sette ragazzi su dieci abbandonano la Chiesa dopo la cresima. Perché? La diocesi ha avviato da tempo una riflessione sull’esodo dei giovani dalla vita comunitaria e sull’utilità di rivedere l’offerta formativa per quei ragazzi che vogliono conoscere Gesù. In questi anni è nato anche un gruppo di sperimentazione sull’iniziazione cristiana di cui fanno parte alcuni sacerdoti. Anche nel recente consiglio presbiterale l’arcivescovo Alessandro Plotti – che dedicò alla cresima una nota pastorale già nella Quaresima del 1989 – ha sollecitato i sacerdoti a riflettere di questo tema nei vicariati. Una sintesi di questo lavoro di approfondimento si avrà, con buona probabilità, nel prossimo febbraio, in occasione di un nuovo incontro del consiglio presbiterale.A Pontedera, ad esempio, la riflessione su come preparare e celebrare i sacramenti nelle parrocchie è stata sollecitata dalla recente visita pastorale dell’arcivescovo al vicariato.«Sentiamo la necessità e l’urgenza di confrontarci per ripensare, insieme, la preparazione e la celebrazione dei sacramenti – avevano scritto i sacerdoti pontederesi in un documento elaborato in preparazione alla visita pastorale. Desideriamo, infatti, aiutarci a generare una più profonda coscienza ecclesiale». I pontederesi, dunque, si sono confrontati su alcune proposte (i risultati in una intervista a don Claudio Desii nel prossimo numero). Il sacramento della riconciliazioneCi rendiamo conto – scrivono i parroci di Pontedera – che i bambini, in terza elementare, non hanno una maturità umana e cristiana che permetta loro di cogliere il senso della fede, del peccato, della Chiesa. Che fare? «L’iniziazione cristiana» inserisce i bambini nella comunità che celebra la fede, la speranza e la carità di Cristo. Se accettiamo questa impostazione, ne consegue, allora, che la comunità genera nei bambini degli atteggiamenti. Nel tempo, con l’assiduità e con l’opera dello Spirito, mediante la ricerca personale e comunitaria, i ragazzi interiorizzeranno quelle esperienze e quella visione di chiesa che celebra Cristo. Quali sono gli elementi da sottolineare nell’accompagnare i bambini verso il sacramento della riconciliazione?Il primo: il peccato ha determinato una situazione disgregata a tutti i livelli… psico-fisico, personale e sociale, individuale e comunitario. Il secondo: il disegno di Dio ci rivela, nel perdono, espressione sacramentale della misericordia, la riconciliazione in Cristo di tutto il genere umano e della sua storia. Due aspetti che i ragazzi dovranno vivere con consapevolezza. I ragazzi si educheranno a credere all’amore con cui Dio ci ha amati in Cristo e nella Chiesa, suo corpo. Ma in che modo possiamo educare, gradualmente, a riconoscere la misericordia, a celebrare il perdono, confessando il nostro peccato personale e sociale, davanti a Dio e alla Chiesa? Celebrando in comunità la parola della misericordia e del perdono; imparando nell’Eucaristia a confessare il loro peccato insieme ai fratelli riuniti; imparando a chiedere perdono, a praticare il perdono delle offese, l’accoglienza di chi sbaglia;celebrando questo avvenimento nella Chiesa, con il prete, mediante l’incontro personale, confessando il proprio peccato, dopo aver sentito il pentimento e accompagnando la celebrazione con l’impegno penitenziale. L’assoluzione individuale suggellerà quanto già avvenuto in Cristo: il bambino sarà riconciliato con la comunità per i meriti della passione, morte e resurrezione di Gesù.Infine, i bambini svilupperanno l’attitudine a manifestare nel gesto sacramentale ciò che hanno praticato nella vita. Si tratta – dicono i sacerdoti e gli educatori pontederesi – di un cammino graduale in cui scoprire prima di tutto una rinnovata prassi educativa che aiuti a praticare la riconciliazione; partendo dalla Parola, dobbiamo educare i bambini a vivere il giorno del Signore ed iniziarli ad un primo momento di riconciliazione sacramentale; ma senza prima fare esperienza di prassi di riconciliazione in gruppo, in famiglia, in chiesa. Il sacramento della riconciliazione negli adulti gli adulti come celebrano il sacramento della riconciliazione? Verifichiamo – dicono i preti pontederesi – che anche gli adulti, in genere, confessano le loro disubbidienze alla legge della chiesa, ma non fanno esperienza di riconciliazione in seno alla comunità. Confessano il peccato come trasgressione della legge, ma a volte non ne sono pentiti, né cercano un cammino di riconciliazione in/con la Chiesa.E allora: continuiamo a celebrare la riconciliazione come se Dio perdonasse attraverso il ministro? O proponiamo un’educazione, un autentico senso ecclesiale che permetta al credente di cogliere il senso della riconciliazione con la comunità, mediante la confessione del peccato?