Opinioni & Commenti
Infrastrutture toscane, basta con i veti incrociati, ci vogliono proposte e soluzioni concrete
di Claudio Turrini
Ci voleva l’enfant terrible della politica toscana per riaprire il dibattito sulla Toscana del futuro. Può darsi che dietro alle esternazioni post-elettorali del presidente della Provincia Matteo Renzi ci sia la speranza di trasferirsi il prossimo anno in Palazzo Vecchio, come sussurrano i maligni. Ma i problemi che pone sono reali e non possono essere elusi. La terza corsia che si sta costruendo sulla A1 attorno a Firenze sarà un pannicello caldo senza un’alternativa al nodo fiorentino. La bretella Barberino-Incisa è una soluzione, perché dimezzerebbe il transito dal capoluogo. Qualcuno ha un’idea migliore? Si faccia avanti e parliamone. Ma i toscani che ogni giorno passano ore e ore in coda, chiedono una risposta concreta.
Stesso discorso per l’aeroporto fiorentino. Il traffico aumenta e l’inquinamento acustico e ambientale pure. Perché non pensare ad una nuova pista, orientata in modo diverso, parallela alla Firenze-Mare? Ne guadagnerebbe la sicurezza del volo (scusate se è poco) e anche la vita dei cittadini che abitano nella zona, visto che gli aerei sorvolerebbero nelle manovre di atterraggio e decollo zone verdi o industriali. La guerra tra Pisa e Firenze ha frenato per anni lo sviluppo di un sistema aeroportuale moderno per l’intera regione. È l’ora di finirla con i veti incrociati. C’è spazio per entrambi, ma solo se si risolvono alcuni nodi strutturali. Come i collegamenti ferriovari e stradali per i due scali.
La Regione punta giustamente al raddoppio dei passeggeri sui treni toscani. Ma quel servizio metropolitano per l’area vasta che va da Arezzo a Pisa, di cui si parla da tanto, rimane ancora un miraggio. Per non parlare dei collegamenti con altre aree della regione. Mentre Siena sogna di costruire un suo aeroporto tra le colline di Ampugnano, i pendolari che viaggiano in treno tra Firenze e Siena ci mettono un’ora e mezza. E per andare da Firenze a Grosseto ce ne vogliono tre. Per non parlare dello stato pietoso di molte carrozze.
Certo, i grandi interventi alle infrastrutture, oltre a richiedere ingenti risorse, comportano anche disagi ai cittadini. Il Mugello ne sa qualcosa per l’Alta Velocità. Ma proprio qui sta la capacità della politica. Nell’individuare le soluzioni migliori. Nel costruire attorno ad esse, attraverso il dialogo con i cittadini, un ampio consenso. E, soprattutto, nel realizzarle bene e nei tempi stabiliti.